L’OLIO DEL SUD ARRICCHISCE IL NORD…da 160 anni.


Novembre 2021, annata strepitosa per l’olio d’oliva di tutto il sud Italia, Puglia, Calabria, Sicilia, Basilicata, che rappresentano l’**88% della produzione nazionale. *La sola CIA- Agricoltori Italiani Puglia- (non abbiamo dati per le altre regioni del sud) a Dicembre 2021 denunciò che :….“**Le olive partono dalla Puglia per andare nei frantoi delle aree olivicole del Centro Nord Italia. **. Circa mille quintali ogni giorno” principalmente verso l’*Umbria, la Toscana e la Liguria **; in un mese (da metà Ottobre a metà Novembre) si è arrivati ad un totale di **almeno 30 mila quintali di olive **che partono su autotreni dalla Puglia, per essere trasformate in olio venduto in altre regioni . La Toscana, che produce il 5,1 % dell’olio nazionale è prima regione italiana per export di olio l’oliva, e secondo una stima di Coldiretti Toscana, ad **ogni litro ** d’olio prodotto in Toscana corrispondono **10 litri di olio imbottigliato **che finisce negli scaffali nazionali e soprattutto internazionali, dando così vita alla parabola della “moltiplicazione” dell’extravergine. I dati sull’export dell’ ”EVO made in Tuscany” sono incredibili ed impressionanti: generano un fatturato di 650 milioni di euro. Il sud produce ma non ha “ il mercato” quindi il nord acquista a buon prezzo, pone le etichette col proprio marchio (Made in Tuscany, Umbria, Liguria) e guadagna sul “valore aggiunto” senza muovere un dito, realizzando un utile stratosferico, ma nessuno deve sapere che per il 90 % è olio del sud! E’ una storia che nasce con l’Unità D’Italia: l’agricoltura meridionale salvò i Bilanci del Regno d’Italia dal rischio “fallimento” per causa dei troppi debiti portati dai Savoia, e poi servì a creare quella ricchezza che il Nord non aveva mai avuto.