C’ERA UNA VOLTA IL RISO IN SICILIA ….


ERAVATE A CONOSCENZA CHE NEL 1861 LO STATO “UNITARIO” VIETO’ LA COLTIVAZIONE DEL RISO IN SICILIA, IN QUANTO FACEVA CONCORRENZA AL RISO PIEMONTESE?


La risposta la conosciamo tutti…
Ma facciamo un passo indietro.
La storia del riso in questa penisola che chiamano “Italia” comincia dalla Sicilia.
Lo portarono gli Arabi intorno all’anno Mille. Non solo ce lo portarono, ma ci insegnarono a coltivarlo e le risaie erano presenti nella Piana di Catania, nella Piana di Ribera, di Lentini e di Gela, fino al 1861, quando, per regio decreto, furono vietate.
Fu così, vietato seminare il riso, con la grande bufala che provocava la malaria, in realtà era perché i Savoia mal tolleravano che il riso siciliano facesse concorrenza a quello piemontese, che veniva lanciato sul mercato in quegli anni.


Infatti, il Governo Sabaudo, con il suo Presidente del Consiglio Camillo Benso Conte di Cavour, proibì la coltivazione del riso in Sicilia in quanto, a parer suo, le “risaie siciliane” portavano la malaria.
Solo quelle Siciliane però…
Invece le risaie Piemontesi e Lombarde erano salubri e salutari!
La verità mai scritta nei libri di storia è che il magnifico “Cavour” era, propietario di risaie, dunque la qualità siciliana indubbiamente migliore di quella piemontese, per sapore e contenuto del chicco, risultava essere molto più richiesta di quella piemontese che cominciava ad avere un declino nei mercati.
Cavour a cui, nostro malgrado, vengono intitolate piazze e vie delle nostre città Siciliane, doveva favorire in tutti i modi il Nord Italia, maggiormente il piemonte a discapito della Sicilia.
Purtroppo, ancora ai nostri giorni non è cambiato nulla, anzi sempre è comunque prima il Nord, se qualcuno lo avesse dimenticato.
Svegliati Sicilia!