Dove vanno a morire i veicoli elettrici invenduti?
Le Monde denuncia i porti del Belgio sommersi dall’eccesso di auto elettriche cinesi: “Alcune sono parcheggiate qui per un anno, a volte di più”
A causa della sovraccapacità produttiva della Cina, che punta a conquistare un quarto del mercato europeo dei veicoli elettrici, i porti di Anversa e Zeebrugge sono inondati.
Probabilmente avrete bisogno di vederlo per comprendere le sfide che l’industria automobilistica deve affrontare nel passaggio all’elettricità. Bisogna venire qui anche per capire come la sovraccapacità dell’industria cinese abbia inondato il mercato europeo. Quella mattina, mentre il sole illuminava inaspettatamente il dedalo di autostrade che conducono a questo remoto braccio del porto di Anversa, in Belgio, un’enorme nave mercantile della compagnia norvegese Höegh Autoliners scaricava migliaia di auto in uno dei terminal della International Car Operators ( ICO), filiale del gruppo giapponese Nippon Yusen Kaisha.
Insieme allo svedese-norvegese Wallenius Wilhelmsen, è uno dei principali operatori del porto ora fuso di Anversa-Bruges, il più grande terminal automobilistico del mondo, attraverso il quale transitava la produzione di circa 40 marchi. Ma questo accadeva prima che emergessero i concorrenti cinesi.
Parcheggi
Quartz riferisce che le auto si stanno accumulando nei porti europei a un ritmo allarmante
I veicoli importati si stanno seriamente accumulando nei porti europei, trasformandoli in “parcheggi”. Le case automobilistiche e i distributori sono alle prese con un rallentamento delle vendite di automobili e con colli di bottiglia logistici che rendono difficile alleviare l’accumulo di veicoli nuovi invenduti.
Secondo i dirigenti del settore, alcuni veicoli elettrici di marca cinese erano rimasti nei porti europei per un massimo di 18 mesi, mentre alcuni porti avevano chiesto agli importatori di fornire la prova del successivo trasporto. Un esperto di logistica automobilistica ha affermato che molti dei veicoli scaricati rimanevano semplicemente nei porti finché non venivano venduti a distributori o utenti finali.
“È il caos”, ha detto un’altra persona che era stata informata della situazione.