Ricordate quando un mese fa si parlava dei limoni venduti a Palermo a 3,5 Euro al chilogrammo. Questo il prezzo che circa 30 giorni fa abbiamo registrato presso la grande distribuzione organizzata e presso i negozi artigianali del capoluogo siciliano.
Un mese fa ci siamo chiesti: che fine hanno fatto i limoni siciliani?
Com’è possibile che, nella nostra Isola, si vendono limoni che arrivano da chissà dove (per esempio dall’Argentina, ma anche dal Nord Africa), spesso di pessima qualità e magari trattati con chissà quali pesticidi?
Stamattina è arrivata una risposta. I limoni siciliani ci sono ancora, non venivano raccolti, e in parte non vengono ancora raccolti, perché i commercianti li pagano a un prezzo troppo basso.
Dietro questa storia ci sono le pressioni delle multinazionali, che puntano a fare fallire gli agricoltori siciliani che producono limoni per imporre i propri prodotti. Al prezzo che le stesse multinazionali stabiliscono.
Infatti, una volta che hanno costretto i produttori a non raccogliere i limoni, sono loro che controllano tutta l’offerta e sono loro che impongono i prezzi: 3,5 Euro al chilogrammo, come abbiamo raccontato un mese addietro.
Ma adesso il meccanismo messo in piedi da chi punta a distruggere la limonicoltura della parte occidentale della nostra Isola (nella Sicilia orientale i limoni sono ancora una grande risorsa e vengono coltivati, raccolti e venduti a prezzi anche competitivi) sembra sia stato messo in discussione.
Da qualche giorno, a Palermo, presso la grande distribuzione organizzata, i prezzi dei limoni sono scesi: di poco, ma sono scesi (3 Euro al chilogrammo, 50 centesimi in meno). Solo un semplice aumento dell’offerta? Non si direbbe.
Ma quello che è più importante è che, per le strade della città, ci sono ambulanti che vendono il prodotto a un Euro al chilogrammo.
Che è successo? Ce lo racconta un commerciante ambulante:
“E’ successo che, fino a un mese fa, anche i verdelli siciliani venivano pagati a prezzi troppo bassi. A quei prezzi non conveniva nemmeno raccogliere questi limoni. Quando è venuta fuori la storia che i limoni – a Palermo, ma anche a Trapani, per quello che so io – si vendevano a oltre 3 Euro al chilogrammo ci siamo recati da alcuni produttori e gli abbiamo offerto un prezzo più alto. Ci siamo messi d’accordo e loro ci hanno dato i loro limoni”.
“Fino a una settimana fa – aggiunge – li abbiamo venduti a 2 Euro al chilogrammo. Poi a un Euro e mezzo. Oggi li vendiamo a un Euro. E sa perché? Perché molti produttori siciliani che avevano deciso di non raccogliere il prodotto hanno deciso, invogliati da prezzi convenienti, di raccogliere i limoni e di venderli. Lo raccolgono, lo danno a noi e noi lo vendiamo.Conviene a noi, conviene agli agricoltori e conviene ai consumatori siciliani, che non mangiano più limoni esteri di pessima qualità a oltre 3 Euro al chilogrammo, ma limoni siciliani di qualità a prezzi inferiori di due terzi”.
Chiediamo: non è che anche voi vendete limoni argentini e ci dite che sono siciliani?
“Non avrebbe senso – ci risponde -. Perché il prodotto estero non potremmo certo venderlo a un Euro, perché dovremmo caricarci il costo del trasporto”.
Come per il grano duro (come potete leggere qui), anche per i limoni la globalizzazione dell’economia e tutti i disastri che ne conseguono si possono battere partendo dal basso. Servono l’informazione e un po’ di organizzazione.
Il nostro interlocutore ci racconta che lui aveva ereditato un esercizio commerciale dalla sua famiglia. “Tutto finito – ci dice – grazie alla grande distribuzione organizzata”.
“Noi, oggi, ci dobbiamo difendere. Voi difendete la Regione (a quanto pare segue il nostro blog). Ma la Regione, in Sicilia, ha autorizzato e continua ad autorizzare centri commerciali che fanno morire i piccoli negozi artigianali. La Regione è la prima nemica dei piccoli negozi artigianali”.
Ribattiamo che un conto sono le istituzioni come la Regione siciliana autonoma, altra e ben diversa cosa sono gli uomini che la rappresentano, spesso indegnamente.
“Sul piano teorico – ci risponde – avete ragione. Sul piano pratico i negozi artigianali continuano a chiudere. In Sicilia trionfa la grande distribuzione organizzata. E i cittadini siciliani sono costretti ad acquistare prodotti che, come scrivete voi a proposito della pasta, vengono fatti con il grano duro canadese. Lo stesso discorso vale per i limoni. E potrei continuare con le frutta estiva, che in Sicilia – e questo è incredibile! – arriva in buona parte dal Nord Africa”.
Il nostro nuovo amico ci chiede di restare anonimo.
“Ci dobbiamo difendere anche dai Comuni – conclude -. I Comuni le sembrano migliori della Regione? A me no. Qui si realizzano servizi pubblici di trasporto per portare le persone nei centri commerciali. E’ vergognoso, ma è così. Mentre a noi, che facciamo risparmiare i consumatori siciliani portando sulle loro tavole i prodotti siciliani, ci multano…”.
Vagli a dare torto.
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