Sui monti dell’Irpinia torna la risciola, il grano del ‘500

Rinunciando all’agricoltura intensiva, sulle colline dell’Alta Irpinia una comunità di imprese e contadini ricomincia a coltivare la preziosa risciola, un grano tenero dal colore rossiccio che cresce dal 1500, ma dimenticato ormai da decenni

CARMELA CIOFFI

La sfida è far rinascere terreni sfiancati dall’agricoltura intensiva e irrompere nel mercato in continua crescita, tra moda e realtà, del “gluten free” attraverso la riscoperta e lo studio in laboratorio della risciola, un grano tenero dal colore rossiccio che cresce dal 1500, ma dimenticato ormai da decenni.

Il terreno di questa sfida è sulle colline dell’alta Irpinia, dove per il momento sono una ventina i contadini che hanno aderito al progetto “Comunità Risciola”, ideato dalla famiglia degli imprenditori Lo Conte, e cioè hanno ripreso a seminare e coltivare in modo tradizionale, con metodo biologico, i piccoli appezzamenti tramandati da sempre di padre in figlio.

“Abituati sempre a ricevere dalla terra, siamo arrivati ad un punto in cui questi campi, sottoposti a colture intensive, non ripagano il lavoro, non c’è nessun guadagno e in più, negli ultimi anni, stiamo assistendo a tanti smottamenti e frane” – ci spiega Marco, uno degli agricoltori, mentre ci mostra il suo campo coltivato a risciola, dal colore più scuro, sul declivio di una collina a Melito Irpino – “da un paio d’anni abbiamo deciso di lavorare sulla qualità piuttosto che sulla quantità: dallo stesso terreno ricavavo 15-18 quintali di grano duro e adesso con la risciola siamo andati a dimezzare il raccolto”.

È infatti il Gruppo Lo Conte, che distribuisce gratuitamente anche i semi, ad acquistare tutta la produzione dei coltivatori iscritti alla comunità Risciola, garantendo una maggiorazione del 60% del prezzo di mercato. Ma non siamo di fronte ad un’operazione di beneficenza, anche se si tratta di “innovazione sociale”, come ci tiene a sottolineare Antonio Lo Conte.

“Negli anni la nostra azienda si è distinta nella produzione di farine speciali, ma questa volta con la risciola siamo andati oltre: abbiamo trovato il modo per togliere la tossicità al glutine, rendendo la farina di risciola innocua a celiaci e a persone intolleranti a questa sostanza, ed è un brevetto soltanto nostro”, spiega Antonio Lo Conte.

Nel 2015 il raccolto è stato di due quintali, quest’anno prevedono di arrivare ai 100 ma “attenzione, non abbiamo ancora venduto nulla, perché in questa fase il nostro interesse è avere la materia prima, che era andata perduta. Il primo passo è stato quello di andare a cercare chi conservava la risciola e quando l’abbiamo trovata nella zona di Castelfranco in Miscano, il contadino, che la usava per farci il pane in casa e la custodiva gelosamente, si è insospettito quasi temendo che volessimo accusarlo di tenere un grano fuorilegge, perché non iscritto al registro delle sementi allora in vigore”.

La risciola è un grano prezioso anche perché i semi – non convenendo in termini di resaall’industria mondiale delle sementi – non sono stati mai incrociati né modificati negli anni, mantenendo così intatte tutte le proprietà nutrizionali. “Il grano moderno ha l’11-13% di glutine, invece la risciola parte da una percentuale molto più bassa, che è del 7-9%: questa caratteristica ci ha permesso, in dieci anni di ricerca, di ottenere il processo di deglutinazione e adesso siamo nella fase finale dei trial clinici condotti all’ospedale Umberto I di Roma. Entro un anno dovremmo essere pronti”, spiega Vittorio Valletta, ricercatore nello stabilimento di Lo Conte a Frigento.

Il passaparola tra i contadini è iniziato e sono arrivate richieste di seminare la risciola irpina anche dalla Sardegna, ma forse la cosa più importante di tutta questa impresa, compiuta nel segno di una agricoltura biologica e che cerca nuove strade per essere sostenibile anche economicamente, è lo sforzo di preservare la ricchezza e la tradizione di questa “terra di mezzo”, terra di passione e fatica al centro dei monti d’Italia, come cantava Virgilio nell’Eneide duemila anni fa: c’è tutto questo dentro i piccoli semi della risciola.

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