Stiamo per perdere anche la sovranità giuridica. Vuoi davvero essere uno schiavo o cercherai di fare qualcosa?

Il TTIP è una manovra congiunta delle élite americana ed europea che risponde a mandanti che già dispongono di oltre metà della ricchezza del pianeta e che mirano a sottoporre al proprio dominio politico, economico, militare e culturale chi ancora si oppone alle devastazioni del neoliberismo e delle strategie di guerra.

L’obiettivo è di far prevalere gli interessi di banche e multinazionali sulle legislazioni nazionali , con misure come il Tribunale Privato Internazionale, composto da privati esponenti del potere economico e che giudicherà sui conflitti che potranno nascere tra leggi nazionali a protezione di ambiente, lavoratori, salute, cibo e, dall’altra parte, iprofitti delle multinazionali. Tutto deve essere ridotto agli standard e alle norme esistenti negli Usa, che è il partner più forte. L’agroindustria, la chimica, l’alimentare, degli Stati Uniti avranno la meglio sulla nostra agricoltura, sui controlli alimentari, sui farmaci, sul principio di precauzione che da noi esiste e da loro no. Verremmo inondati da Ogm, carne al cloro, polli agli antibiotici, diserbanti e antiparassitari tossici. Le nostre residue norme sul lavoro, dopo la decimazione operata dall’associazione a delinquere che ci governa, verranno spezzate via da un precariato generale, a tutele scomparse, affine a forme di neoschiavismo.

Al TTIP si accompagna un trattato meno conosciuto, ma altrettanto rovinoso, il TISA, cui aderiscono anche paesi extra-europei, infeudati agli Usa. Impone la privatizzazione di tutti i servizi, nazionali e locali, dall’istruzione alla sanità, dall’acqua ai trasporti, alla sicurezza. E’ ancora più segreto del TTIP e, pensate, dovrà restare segreto fino a cinque anni dopo la sua entrata in funzione!

Tutto questo può essere qualificato come una NATO economica, sociale, culturale, che si aggiunge a quella militare dalla quale siamo obbligati a partecipare a tutte le guerre d’aggressione dell’Occidente e a piegarci alla politica estera americana, decisa nell’esclusivo interesse dalle élite occidentali.

Pista di lancio per questi trattati-capestro è però lo Sblocca Italia del governo Renzi, che apre la strada alle devastazioni che ci verranno inflitte. Con lo Sblocca Italia, l’intero paese è stato posto alla mercé di un’economia di rapina, protetta da un sistema politico anticostituzionale, di nuovo con un uomo solo al comando. Le famigerate Grandi Opere, che stanno provocando sollevazioni in tutto il paese, saranno decise solo dal Governo, mentre verranno tagliati fuori gli enti intermedi, regioni, province, sovraintendenze, finora istituzioni deputate a difendere il proprio territorio. Inceneritori, trivelle petrolifere, trafori, discariche, qualsiasi manomissione di un territorio già saccheggiato, sono dichiarati “strategici” e nessuno potrà opporvisi, come fossero basi militari.

Ho percorso il Messico da un capo all’altro, dopo l’imposizione da parte di Usa e Canada del NAFTA, un trattato di libero scambio che è esattamente sul modello di quello che si sta negoziando tra Nord America e Europa. Il Messico di Emiliano Zapata e di Pancho Villa, un tempo prospero e orgoglioso della propria indipendenza, ne è stato raso al suolo. Ogni aspetto della sua vita è controllato dagli Stati Uniti e dalle loro multinazionali. Pensate che il Messico non produce più il mais, da millenni suo cibo di base: lo importa dagli Stati Uniti sotto forma OGM, dove i coltivatori sono sovvenzionati dallo Stato. I lavoratori sono semischiavi senza diritti nelle fabbriche americane delocalizzate, il territorio è devastato dalle imprese minerarie e del legname. I narcotrafficanti hanno il controllo del territorio, come da noi le mafie, e sono intimamente intrecciate con tutti i poteri, fino al vertice. Con il pretesto della lotta ai narcos, si è militarizzato il territorio e si reprime ferocemente ogni protesta con unità addestrate negli Stati Uniti. Tutti i paesi centroamericani sono nelle stesse condizioni: sotto il tallone degli Usa, sfruttati a sangue dalle multinazionali. Perdono ogni anno centinaia di migliaia di cittadini che emigrano sperando di sopravvivere al nord. Finiscono come sicari dei narcos messicani, o come forza lavoro a infimo costo negli Usa. Questo è il risultato dei trattati che si concludono con gli Stati Uniti.

La lotta contro il TTIP e contro lo Sblocca Italia, obbrobrio finalizzato ai profitti della solita banda di corrotti, deve andare di pari passo. Il nemico in casa è l’avanguardia del nemico fuori casa. Gli Stati Uniti, l’Unione Europea, da decenni non ci procurano che impoverimento, sottocultura, frammentazione sociale, disastri ambientali, sfruttamento e guerre. Il garante militare di tutto questo è la NATO, di cui il TTIP è l’espressione economico-sociale, come in America Latina il “facilitatore” dell’imposizione di un neoliberismo di tipo Chicagoboys-renzista, è stata la collaborazione militare tra dittatori, Cia e Pentagono (Piano Condor). Per questo, credo che la battaglia contro il TTIP, oltreché dallo Sblocca Italia, non possa prescindere dalla lotta per l’uscita dalla Nato.

da byoblu.com