Quelle Bombe Nucleari in viaggio dalla Turchia alla Romania

“Il governo degli Stati Uniti non conferma ne smentisce la presenza o l’assenza di armi nucleari in qualsiasi posizione generale o specifica”. E’ questo l’unico commento del Pentagono in merito al paventato trasferimento di venti testate nucleari dalla base NATO di Incirlik, in Turchia, alla base Usa di Deveselu, in Romania. La notizia è stata rilanciata poche ore fa dal sito EurActiv con sede a Bruxelles. Secondo le fonti contattate da EurActiv, “la decisione è stata adottata a causa dei rapporti sempre più tesi con la Turchia a seguito del fallito colpo di stato del 15 luglio scorso”. La struttura militare turca ha risentito in maniera significativa del fallito golpe: l’ex comandante della base, il generale Bekir Ercan Van, è stato arrestato con l’accusa di essere coinvolto nel complotto per rovesciare il governo. Poche ore dopo il fallito colpo di stato, le autorità turche staccarono l’energia elettrica commerciale della base e proibirono ogni tipo di attività aerea americana. La base rimase senza corrente dal 16 luglio ed operava attraverso generatori di backup. Poche ore fa, il Ministero degli Esteri romeno ha smentito le indiscrezioni che riguardano la base militare di Deveselu, nel sud della Romania. Deveselu ospita anche la prima batteria di fuoco operativa del sistema di difesa antimissile Aegis Ashore. Il sito Deveselu in Romania, su una superficie di 175 ettari, comprende una stazione radar, un centro di controllo operativo ed i missili intercettori SM-3 Block IB. E’ stato ufficialmente integrato nella rete missilistica della NATO lo scorso luglio, sebbene fosse già in linea da maggio. Nessun commento sul possibile trasferimento delle armi nucleari stoccate ad Incirlik, infine, da parte del Dipartimento di Stato Usa e dal Ministero degli Esteri turco. La Romania era un alleato chiave dell’Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, ma non dovrebbe aver mai ospitato armi nucleari in quel periodo. Secondo il concetto politico della condivisione nucleare, in Europa sono stoccate circa 180 bombe nucleari americane B61 Mod-3,-4,-7,-10 in via di aggiornamento alla versione Mod-12. Gli Stati Uniti schierano bombe nucleari B61 in Belgio presso Kleine Brogel, in Germania presso Buchel, in Italia ad Aviano e Ghedi, nei Paesi Bassi a Volkel ed, infine, in Turchia nella base di Incirlik. Ogni bomba ha una potenza scalare: da un massimo equivalente di 50.000 tonnellate di TNT ad un minimo di 300. Gli upgrade saranno completati entro la fine del 2018, pena il deterioramento delle testate più obsolete, quelle cioè dislocate in Europa. La base NATO di Incirlik sorge a 97km dalle roccaforti dello Stato islamico attraverso il confine turco-siriano. Le bombe tattiche sarebbero stoccate in bunker sotterranei vicino le piste di volo dei bombardieri statunitensi. Secondo un recente rapporto del Simson Center, che ha analizzato le dinamiche che hanno coinvolto Incirlik durante il fallito golpe, “è impossibile determinare le conseguenze sul controllo delle armi nucleari statunitensi in un conflitto civile protratto in Turchia”. C’è, infine, un ultimo fattore: il rischieramento di armi nucleari tattiche a ridosso dei confini con la Russia, potrebbe portare ad un’escalation dalle conseguenze imprevedibili. La NATO, in risposta alle indiscrezioni del sito EurActiv si è limitata a commentare diplomaticamente la vicenda affermando che “gli alleati hanno il diritto ed il dovere di mantenere le armi nucleari statunitensi schierate in Europa al sicuro”.

Fonte occhidellaguerra

da informasenzacensura