Lo splendido accordo Eu – Marocco mette in ginocchio la Sicilia

Sempre più incomprensibile la politica dell’Unione Europea in merito al comparto agricolo. Nonostante la sentenza della Corte di Giustizia Europea, infatti, l’Alto Commissario per gli Affari Esteri, Federica Mogherini (e anche gli altri Commissari in verità), ha dichiarato durante una visita nella capitale marocchina il 4 marzo scorso, che l’UE proseguirà i suoi rapporti con il Marocco, a dispetto della sentenza che ha giudicato l’accordo in violazione della legge internazionale, annullandolo in parte. Queste dichiarazioni sono state accolte con disappunto e stupore soprattutto da Confagricoltura che recentemente aveva scritto una lettera proprio all’Alto Commissario per chiedere una revisione di quell’accordo ma anche di tutte le altre concessioni che l’UE accorda a Paesi che non fanno parte della comunità europea, come ad esempio la Tunisia.

L’accordo commerciale con il Marocco, approvato nel 2013, prevede la liberalizzazione dei prodotti agricoli e della pesca di quel paese.

In pratica, possono essere importati con tariffe doganali molto basse. L’accordo, infatti, elimina il 55% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca marocchini (dal 33% originario) e il 70% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell’UE in 10 anni, rispetto all’1% originario.

La ratio alla base dell’accordo è che i Paesi del Maghreb come Marocco e Tunisia, grazie a queste agevolazioni, possono essere aiutati a continuare il processo di democratizzazione iniziato con la primavera araba. Ma l’altro lato della medaglia è, chiaramente, una penalizzazione per i produttori agricoli europei, in primis l’Italia e in particolare il sud che, di agricoltura, sostanzialmente vive. Il Marocco esporta in UE principalmente pomodori e agrumi, mentre la Tunisia (che ha un accordo commerciale simile con l’UE), olio d’oliva. C’è bisogno di aggiungere altro? Confagricoltura non si era limitata a scrivere solo alla Mogherini, ma anche ai Commissari europei per il commercio Malstroem e all’agricoltura Hogan e a tutti gli europarlamentari italiani proprio per chiedere loro di cogliere l’occasione di questa sentenza per operare una revisione dell’accordo. L’UE, invece, ha già annunciato il ricorso contro la sentenza della Corte di Giustizia.

Irene Savasta