L’accordo commerciale con il Marocco, approvato nel 2013, prevede la liberalizzazione dei prodotti agricoli e della pesca di quel paese.
In pratica, possono essere importati con tariffe doganali molto basse. L’accordo, infatti, elimina il 55% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca marocchini (dal 33% originario) e il 70% delle tariffe sui prodotti agricoli e di pesca dell’UE in 10 anni, rispetto all’1% originario.
La ratio alla base dell’accordo è che i Paesi del Maghreb come Marocco e Tunisia, grazie a queste agevolazioni, possono essere aiutati a continuare il processo di democratizzazione iniziato con la primavera araba. Ma l’altro lato della medaglia è, chiaramente, una penalizzazione per i produttori agricoli europei, in primis l’Italia e in particolare il sud che, di agricoltura, sostanzialmente vive. Il Marocco esporta in UE principalmente pomodori e agrumi, mentre la Tunisia (che ha un accordo commerciale simile con l’UE), olio d’oliva. C’è bisogno di aggiungere altro? Confagricoltura non si era limitata a scrivere solo alla Mogherini, ma anche ai Commissari europei per il commercio Malstroem e all’agricoltura Hogan e a tutti gli europarlamentari italiani proprio per chiedere loro di cogliere l’occasione di questa sentenza per operare una revisione dell’accordo. L’UE, invece, ha già annunciato il ricorso contro la sentenza della Corte di Giustizia.
Irene Savasta