L’Italia trema: mentre l’UE conta i decimali, la Russia aiuta

A Bruxelles sono scontenti della lettera italiana sulla flessibilità e l’idea di ulteriori sforamenti non va a genio agli “amici” dell’Unione europea. L’Italia trema e mentre l’UE conta i decimali, la Russia aiuta.

Il terremoto non si placa e distrugge il patrimonio culturale italiano, che ha un valore europeo e mondiale. In una telefonata al premier Renzi il presidente Putin ha espresso la sua solidarietà per il terremoto e ha ribadito che la Russia è disposta a offrire assistenza per far fronte alle conseguenze del sisma.

Renzi ha chiesto all’Unione europea 3,4 miliardi, ma nella legge di Bilancio gli euro stanziati per il terremoto risultano essere solamente 600 milioni. C’è chi accusa Renzi di voler usare i margini di flessibilità con altri fini. Effettivamente i conti non tornano, ma una cosa è certa: il patrimonio danneggiato dai sismi va al di là degli attriti politici e dei confini, è un’eredità di immenso valore per tutta l’Europa e il mondo che va urgentemente recuperata.

Ebbene, è proprio la cattiva e sanzionata Russia che tende la mano per prima all’Italia. Sputnik Italia ha raggiunto per un’intervista in merito Stefano Maullu, eurodeputato di Forza Italia.

Il governo italiano nella lettera di risposta sui rilievi posti dalla Commissione europea, ha rivendicato maggiore flessibilità a fronte del terremoto, e questo non è piaciuto a Bruxelles. Onorevole Maullu, possiamo dire che l’Unione europea si è dimostrata abbastanza indifferente alla gravità della situazione? 

— Innanzitutto da parte dell’Unione europea c’è una certa ritrosia ad assumersi le responsabilità, che devono esserci, soprattutto in un rapporto solidale verso alcuni principali partner dell’Unione come l’Italia. Credo d’altra parte che Renzi stia usando la flessibilità richiesta anche a fini interni per una finanziaria che rischia di essere più elettorale che sostanziale. Questo è testimoniato anche dalla locazione in termini finanziari di soli 600 milioni per il terremoto, a fronte di danni che sono ovviamente molto più consistenti.

Da un lato abbiamo una proposta del governo italiano che rischia di essere poco credibile, dall’altro un atteggiamento che sta diventando ormai insopportabile. Mi riferisco ai Paesi del Nord Europa che hanno una politica spesso distante dal Sud Europa, questo a mio avviso è il grande problema dell’Europa in questo momento.

 L’Unione europea comunque sia elargirà i fondi di emergenza per la ricostruzione al di là della burocrazia?

— Occorre fare una distinzione. C’è il fondo emergenza che viene messo a disposizione non semplicemente per i sismi, ma anche per una serie di altre situazioni umanitarie. Questo fondo verrà utilizzato senza problemi, è già stato messo a disposizione per il terremoto dell’Aquila, dell’Emilia Romagna e lo sarà anche questa volta. Da questo punto di vista non ci sono problemi.

Per il resto si tratta di ricostruzione che è in carico allo Stato Italiano, ma la flessibilità per un piano credibile di media e lunga durata sarà assolutamente necessaria. Non credo che da questo punto di vista ci possa essere un rilievo da parte dell’Unione europea, ci mancherebbe altro.

Nel frattempo Vladimir Putin in una telefonata a Renzi ha offerto aiuti e assistenza per far fronte all’emergenza terremoto. Come potrebbe commentare questo gesto e la vicinanza che esprime la Russia nei confronti dell’Italia, al di là delle sanzioni?

—  Innanzitutto va dato atto a Putin e alla Federazione Russa di una grande sensibilità. Abbiamo un rapporto storico, ultrasecolare con questa parte di Europa. Io considero la Federazione Russa una parte integrante della nostra Europa, non saranno di certo gli Urali a porre questo tipo di confine.

Si devono stringere rapporti sempre più intensi con la Russia, le sanzioni sono state un tragico errore, legate poi alla tensione provocata dalla presenza della NATO sui confini russi. Credo che l’Italia, per il rapporto di equilibrio che abbiamo sempre avuto in passato fra i due blocchi, quello americano e quello sovietico, debba svolgere un’azione diplomatica volta a diminuire le tante tensioni. Questo anche alla luce di quello che accade nel quadrante mediorientale, in particolare l’intervento contro il terrorismo sviluppato dalla Russia. Quest’intervento io credo vada riconosciuto come meritorio.

 Quali sono le prospettive e i suoi auspici per quanto riguarda la ricostruzione e la messa in sicurezza degli edifici italiani?

— Accanto al piano di consolidamento del patrimonio immobiliare, che in Italia è stato prevalentemente costruito fra gli anni ’60 e’80 e quindi non ha caratteristiche antisismiche, credo ci debba essere una grande attenzione al patrimonio culturale pesantemente colpito da questo sisma.

La ricostruzione deve essere dedicata ai piccoli centri, alle chiese, ai borghi, tutto ciò che è memoria culturale del nostro Paese ed ha un valore immenso rispetto all’umanità. Si tratta di siti, mi viene in mente Norcia, che sono monumenti d’arte di infinito valore a cui va dedicata un’attenzione particolare e soprattutto l’utilizzo dei fondi comunitari. Non si tratta di una realtà esclusivamente italiana, ma di una realtà mondiale. La storia e la cultura travalicano i confini, devono essere quindi sostenute e soprattutto recuperate.

Ho appena scritto una lettera alla Presidente della Commissione Cultura nel Parlamento Europeo, visto che faccio parte di questa commissione, chiedendo di organizzare quanto più velocemente possibile una visita nei luoghi colpiti dal sisma affinché tutti i colleghi si possano rendere conto di quello che è accaduto. Vanno soprattutto prestati la massima attenzione e il sostegno all’utilizzo dei fondi per il recupero del patrimonio culturale del nostro Paese.

 L’opinione dell’autore può non corrispondere a quella della redazione.

Fonte: sputniknews