Un testimone libico, rientrato a Tunisi da Sabrata, riferisce che i due ostaggi italiani “sono stati usati come scudi umani” dai jihadisti del Daesh, e sarebbero morti “negli scontri” con le milizie di ieri a sud della città, nei pressi di Surman.
“All’inizio della riunione del Consiglio dei ministri siamo stati informati dalla Farnesina. Sono in corso le verifiche”. Così risponde il ministro Graziano Delrio a chi lo interpella, a margine del Cdm, sulla notizia
dell’uccisione di due italiani in Libia. “Alle 14.30 il sottosegretario Minniti riferirà al Copasir, in quella sede sarà data ogni informazione”, aggiunge.
Salvatore Failla, orginario di Carlentini, in provincia di Siracusa. Da 3 anni si trovava in Libia per lavoro. Rispondendo sul suo profilo Facebook ad un amico che gli chiedeva se non fosse impaurito a stare in Libia scriveva: “qualche scontro c’è stato, ma dopo 3 anni ci ho fatto il callo”. Sui motivi che lo spingevano a restare nel Paese africano l’uomo, padre di due ragazze di 22 e 12 anni scriveva: “il lavoro me lo faccio piacere per forza, la famiglia bisogna pure camparla e mi dà modo di togliermi qualche sfizio“.
Fausto Piano, 61 anni, originario di Capoterra in provincia di Cagliari. Sposato, lavora per la Bonatti di Parma da quasi 25 anni, dal 1991. Tornato recentemente in Libia era stato rapito insieme ai tre colleghi.
Fonte www.avvenire.it