Gli indigeni Guarani Kaiowa vengono continuamente sfrattati dalle loro terre ancestrali, ma nonostante questo stanno resistendo attraverso veri e propri atti di disobbedienza civile tesi a rioccupare le terre ed opporsi alla sottrazione di risorse da parte degli agricoltori e degli allevatori, che attraverso intimidazioni, minacce e reali violenze di matrice razzista stanno cercando di zittire le richieste e le rivendicazioni territoriali degli indigeni.
Nei giorni precedenti i guarani kaiowá avevano rioccupato la Fazenda Yvu, che fa parte delle loro terre ancestrali, ma sono stati circondati da uomini armati arrivati su circa 200 autocarri, motociclette, cavalli e trattori, che poi hanno cominciato a sparare in una vera e propria caccia all’indio.
In una dichiarazione del Conselho Indigenista Missionário l’attacco del 14 giugno viene definito come “azione paramilitare” e inoltre viene evidenziato un dato allarmante: negli ultimi 6 mesi nel Mato Grosso do Sul si sono registrati almeno 25 attacchi simili contro i guarani kaiowa. Sempre il Conselho Indigenista Missionario denuncia questi attacchi sostenendo che “Il massacro dei leader indigeni è un modo criminale e codardo per intimidire le autorità pubbliche e sfrattare i guaraní kaiowá da una terra che appartiene a loro”.
Quello che è avvenuto recentemente è solo l’ultimo di una lunga serie di assassini che stanno colpendo le comunità indigene brasiliane, avviate verso un progressivo genocidio da parte delle autorità statali e dai fazendeiros. Nonostante ciò gli indigeni Guarani Kaiowa non cessano la loro lotta per riappropriarsi delle loro terre ancestrali, occupandole e opponendosi alle intimidazioni e al razzismo che subiscono continuamente.