La Magistratura attacca il governo: “Troppi processi cancellati dalla prescrizione voluta da voi”

Oggi l’inaugurazione nelle 26 corti d’appello. A Roma cancellati in un anno il 30% dei processi: Pg Salvi: “Vanificazione della sanzione penale e della sua stessa minaccia, proprio nelle aree di maggior interesse per il cittadino”. A Venezia prescritti il 49% dei procedimenti definiti. A Milano, boom di cause dei risparmiatori contro le banche e a Palermo + 160% di reati legati all’immigrazione clandestina.

Le cause contro le banche Milano, l’infiltrazione di Mafia Capitale e il caso Cucchi a Roma, i reati legati all’immigrazione clandestina a Palermo. Ma in tutti i distretti delle corti d’Appello il tema principale di questo anno giudiziario – come del resto aveva sottolineato il primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio – è la prescrizione. Istituto giuridico che manda al macero migliaia di processi ma la cui legge di riforma giace in Parlamento anche a causa delle divisioni politiche specie tra Pd e Ncd. L’estinzione del reato perché troppo tempo è trascorso ha cancellato il 49% dei processi a Venezia e il 30 a Roma. Tanto da far dire al procuratore generale della capitali che “interi settori della legalità quotidiana sono sommersi dalla prescrizione”. A Napoli si parla di “amnistia strisciante”.

Roma, Mafia capitale e caso Cucchi
Lo scorso ottobre avevano suscitato polemica le parole del presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, sul fatto che Roma (vedi inchiesta Mafia capitale) non avesse mostrato sufficienti anticorpi contro il malaffare. Ma questo argomento ritorna con forza anche nella relazione del procuratore generale della corte d’appello di Roma, Giovanni Salvi: “Gli anticorpi non hanno funzionato se è stato possibile una così pervasiva influenza sull’amministrazione locale”. Per Salvi si tratta di una azione “continuata anche dopo il mutamento di compagini politiche” citando le infiltrazioni del clan sia nell’amministrazione comunale guidata da Gianni Alemanno che quella di Ignazio Marino. “Come è stato possibile questo radicamento di una nuova, ma non ignota, tipologia criminale?”, si chiede l’alto magistrato. “Il profilo dell’organizzazione – spiega ancora Salvi – è solo in parte assimilabile a quelle delle mafie tradizionali. Inoltre – sottolinea Salvi riprendendo la sintesi fatta dal procuratore Giuseppe Pignatone – Mafia Capitale mantiene le “condizioni di assoggettamento e di omertà” di altre organizzazioni, e che sono generate dal “combinarsi di fattori criminali, istituzionali, politici, storici e culturali” ma “presenta caratteri suoi propri, in nulla assimilabili a quelli di altre consorterie”. Si tratta di una “genesi propriamente romana” rappresentando un “punto d’arrivo” di gruppi “che hanno preso le mosse dall’eversione di estrema destra”.

Palermo e Venezia, questione prescrizione
Anche Palermo l’argomento più scottante è la prescrizione. Sempre più processi si concludono con l’estinzione del reato perché troppo tempo è trascorso. Il dato emerge dalla relazione di Gioacchino Natoli, presidente della corte d’appello di Palermo, per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, che sarà illustrata sabato. Sono stati 1.692 i procedimenti eliminati dai Gip o Gup con pronunzie di prescrizione (5% del totale dei processi definiti); e 1.569 i processi eliminati dai Tribunali e 280 in Corte di Appello. Per la maggior parte si è trattato di fatti che hanno richiesto lunghe attività d’indagine o una lunga istruttoria dibattimentale in primo grado. Per l’appello, il fattore determinante è stato il ritardo nel deposito della sentenza o nella trasmissione del fascicolo del primo giudice. “È stato più volte sottolineato – dice Natoli – che i termini di prescrizione dovrebbero decorrere ex novo a ogni passaggio processuale, senza limiti temporali massimi, se non quelli correlati alla fase o al grado di processo in corso”. Sempre da Palermo arriva l’allarme sull’aumento del numero dei reati legati al fenomeno dell’immigrazione clandestina, tanto da richiedere l’istituzione presso la Procura della Repubblica di Palermo di un apposito gruppo di lavoro coordinato da un procuratore aggiunto e composto da quattro sostituti della Dda e tre sostituti della Procura ordinaria. Nel distretto di Palermo, c’è stato un aumento del 160% dei procedimenti per riduzione in schiavitù e tratta di esseri umani. Prescrizione e reato di clandestinità sono stati due dei punti più importanti della relazione del primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio.

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