ISOLE TREMITI, abitanti si ribellano: “NON TOCCATE QUESTO PARADISO”

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Sugli scogli pugliesi di quelle isole, Lucio Dalla ha scritto la celebre “Com’è profondo il mare”. Ora il paradiso naturale delle Isole Tremiti rischia di scomparire per sempre. Il 22 dicembre 2015 il Mise (Ministero dello Sviluppo Economico) nella persona del ministro Federica Guidi ha concesso di proseguire alcune esplorazioni a poche miglia dalla costa per la ricerca di giacimenti petroliferi. Le Regioni e i sindaci non ci stanno e danno inizio alla “rivolta anti-trivelle”, invocando l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La decisione di dare il via ad una serie di “prospezioni geofisiche” rientra nel cambio di rotta del Governo pochi giorni prima della fine del 2015, quando, una volta presi in mano i decreti dedicati alla ricerca di petrolio nelle Tremiti, a Lampedusa, in Abruzzo e nel Golfo di Taranto, si è deciso di bloccare i cosiddetti “referendum no triv”. L’azienda che si occuperà di portare avanti le esplorazioni nelle profondità marine pugliesi è la Petroceltic Italia, che si muoverà attraverso procedimenti “air-gun”, esplosioni devastanti che rischiano di compromettere l’esistenza di molte specie come i cetacei e allontanare gli esemplari pescati dalle reti dei pescatori pugliesi.

Sulle pagine de La Repubblica, si leggono i punti di vista divergenti sulla “questione trivelle”, che non si placa dopo la 12esima autorizzazione del governo a procedere in Puglia.

Se Guidi smentisce l’invasività dell’operazione ammettendo che sulla questione si stia alzato inutilmente un “polverone pretestuoso e strumentale”, gli abitanti delle isole si mostrano preoccupati per la sorte delle bellezze che da tempo alimentano il turismo di questi gioielli italiani ma sono pronti a difendere l’incolumità del loro territorio:

“Andremo a Roma a bivaccare davanti al palazzo del ministero per lo Sviluppo economico.Siamo in pochi, noi tremitesi, ci basterà salire su un autobus”, annuncia il sindaco Antonio Fentini, che prosegue: “Non l’avranno vinta, a cosa servono un paio di migliaia di euro per una comunità che ha faticato tanto per crescere, passando dalla pesca al turismo? Il governo vuole mandare tutti i nostri sforzi all’aria, per due gocce di petrolio”.

La battaglia contro le trivellazioni va avanti da alcuni anni, testimonia Andrea Faccani, cugino di Lucio Dalla, che parlando degli abitanti delle Isole Tremiti li paragona ai personaggi de Il Postino di Troisi. “Questi posti erano casa di Lucio, è una follia deturpare quel mare”.

Anche gli albergatori e i ristoratori che per lunghi anni con quel mare si sono costruiti una carriera e una vita, si uniscono nel tentativo di far cambiare rotta alla decisione del Governo:

“Questa è una zona protetta, noi viviamo di turismo: il mare è la nostra storia, ma anche il nostro pane – commenta un albergatore del posto – .”Perché continuano a tentare la sorte quando non c’è nessun tornaconto per l’Italia? Non solo le Tremiti, ma tutto l’Adriatico dovrebbe essere tutelato” – continua un collega.

Emblematica la testimonianza di Padre Massimo, di origini siriane, che da cinque anni vive nella parrocchia di Santa Maria a Mare. È lui a paragonare la situazione a una vera e propria guerra:

Questo è un paradiso, e questa è una guerra: il popolo sta subendo decisioni prese dall’alto. Il Papa nella sua enciclica parla di natura.Dunque parla di noi: stanno distruggendo la nostra casa, non lo permetteremo“.

Fonte: La Repubblica
da:huffingtonpost