Gli agricoltori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane

Esportazioni in calo e deflazione. Il Paese soffre. Coldiretti: “In campagna i ricavi non coprono i costi”

di Luca Romano

 

L’intensità della deflazione si fa più debole e i prezzi a luglio calano ancora. L’inflazione rilevata registra dunque un aumento dello 0,2% su bse mensile e un calo dello 0,1% nel confronto annuo.

Un ridimensionamento della flessione su base annua che è dovuto all’accelerazione della crescita dei prezzi degli alimentari non lavorati (+1,5%, da +0,7% di giugno), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8% da +0,4%) e dei servizi relativi ai trasporti (+0,7%, da +0,2%); inoltre, si riduce il calo dei prezzi degli energetici regolamentati (-5,9% da -6,8%).

Dati che vengono accolti da un allarme da parte della Coldiretti che fa presente come nelle campagne la quotazione del grano duro si sia dimezzate, al -42%. “E’ deflazione profonda – sottolinea la Coldiretti – con i prezzi crollati per raccolti e per gli allevamenti che non coprono più neanche i costi di produzione o dell’alimentazione del bestiame. Oggi gli agricoltori devono vendere tre litri di latte per bersi un caffè o quindici chili di grano per comprarsene uno di pane”.

Sono 11 su 19 a luglio i capoluoghi delle regioni e delle province autonome in deflazione (erano 12 a giugno), con Perugia che registra un aumento dei prezzi dello 0,3% su base annua (da -0,2% di giugno) e Milano che registra la flessione più ampia (-0,6%, da -1,0%). Lo rileva l’Istat.

“Per quanto riguarda i capoluoghi delle regioni e delle province autonome – commenta poi Unione Consumatori -, prosegue anche a luglio il record della deflazione per Milano (-0,6%), in passato tra le città più care d’Italia. Un fatto molto grave, il motore economico dell’Italia si è inceppato. Segno che la crisi ed il calo della domanda non ha risparmiato nessuno”.

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona diminuiscono a luglio dello 0,7% su base mensile e aumentano dello 0,4% su base annua (dal +0,2% di giugno). Lo rileva l’Istat. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, aumenta invece dello 0,1% su base mensile e diminuisce dello 0,1% nei confronti di luglio 2015.

da ilgiornale