Fa la chemio, l’Inps bussa per la visita fiscale lei non risponde. Chiara Dossi si ribella e vince: Trento cambia il protocollo

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Chiara ha vinto la sua battaglia. Per se stessa e probabilmente per tutti quelli come lei che sono malati gravi e che per questo sono costretti a casa. Da oggi a Trento i malati gravi certificati non riceveranno più fisite fiscali domiciliari. La vicenda di Chiara Dossi è piuttosto nota. La donna, una sociologa di Arco in provincia di Trento, ha un tumore, un linfoma di Hodgkin diagnosticato a febbraio, e per questo si sottopone a cicli di chemio e radioterapia che la debilitano e non le permettono di lavorare. Sta a casa, naturalmente.

Un giorno riceve una lettera dell’Inps nella quale le intimano di presentarsi all’ufficio centrale di Trento. Il motivo? Quando i medici dell’Ente hanno bussato alla sua porta nessuno ha aperto. Chiara risponde con un indignatissimo post su Facebook che diventa immediatamente un caso.

Ditemi voi come mi posso sentire oggi, dopo aver passato tutta la giornata chiusa in casa (gironzolando allegramente tra la tazza del cesso e il letto)quando, alle 18.30 dopo essermi concessa il lusso di uscire una mezz’oretta per andarmi a sedere su una panchina al parco, trovo una notifica dell’INPS, datata 29 maggio (ieri) che mi comunica che alle 18.50 risultatavo assente ad una visita fiscale. Inps che mi invita a presentarmi Lunedì a Trento in via Brennero, 7 con tutta la documentazione comprovante la mia malattia.
ORA
Io ieri dalle 18.50 ero IN CASA E IL MIO CAMPANELLO NON HA SUONATO oppure io non l’ho sentito. Dite che non l’abbia sentito perché ho fatto una chemio due giorni prima e di solito i due/tre giorni successivi li passo abbracciando la tazza del cesso o, in alternativa, il cusino?”

Arrabbiatissima Chiara ribadisce:

E poi mi chiedo ma con che coraggio, con che coscienza, si fanno controlli di questo tipo? Ma anche fossi uscita, fossi andata alle 18.50 sulla panchina del parco come ho fatto (a fatica) oggi… MA COSA GLIENE FREGA ALL’INPS. SONO COMUNQUE MALATA. STO COMUNQUE MALE. HO COMUNQUE UN TUMORE NON UN RAFFREDDODRE!!!! MA DAVVERO L’INPS MI IMPONE DI STARMENE CHIUSA IN CASA PER UN ANNO? (dove non ho nemmeno un balcone?) PERCHE’ I MIEI MEDICI MI HANNO DETTO DI FARE L’ESATTO CONTARIO. ME L’HA DETTO L’EMATOLOGO. L’INTERISTA. IL RIANIMATORE. TUTTI CONCORDI NEL DIRMI DI MUOVERMI, APPENA POSSO, DI STARE ALL’ARIA, DI CAMMINARE, SE NE HO LE FORZE, DI STARE AL SOLE, DI EVITARE I POSTI CHIUSI…”

Inizia così la lunga battaglia di Chiara che ha un lieto fine. Perché l’Inps non solo alla fine ha accolto le sue ragioni ma avviato anche un protocollo con il suo nome che prevede uno stop alle visite fiscali per i malati gravi. Per ora in Trentino il protocollo evita i controlli medici domiciliari ai pazienti con malattie gravi documentate (come i malati oncologici) e il cui stato avanzato della malattia o le terapie impediscono loro di lavorare. Il cosiddetto “protocollo Chiara” presto però potrebbe diventare anche una legge nazionale, perché la sua storia è arrivata fino a Roma al Parlamento nazionale ed è in preparazione un decreto legge .

da:HuffPost Italia