Draghi: “Un Paese con il debito troppo alto perde sovranità”

Il presidente della Bce a Bruxelles lancia un monito soprattutto all’Italia: «La credibilità di uno Stato dipende dalle decisioni dei governi»

di MARCO BRESOLIN

«Quando il debito è troppo alto un Paese perde sovranità». Nella sua ultima audizione davanti al Parlamento di Bruxelles, Mario Draghi manda un messaggio sin troppo chiaro a quei Paesi «problematici» che hanno un debito pubblico elevato. L’Italia è certamente il destinatario principale dell’avvertimento lanciato dal presidente della Bce. Per un duplice motivo. Sia per il livello del suo debito pubblico (oltre il 130% del Pil), sia per l’atteggiamento del governo gialloverde che punta a mettere la questione della sovranità in cima alla lista delle sue priorità.

Il rischio però, sembra avvertire i suoi connazionali Draghi, è che determinate scelte di politica economica producano effetti opposti. Parlando in commissione Affari economici e monetari, il numero uno di Francoforte ha ricordato che il debito «viene prodotto dalle decisioni politiche prese dai governi», ma quando il suo livello aumenta «sono i mercati che decidono». Cioè qualcuno che «non vota ed è fuori dal processo di controllo democratico». E, visto che «la credibilità di un Paese dipende dalle decisioni dei governi», politiche sbagliate «possono portare a una perdita della sovranità».

La correzione dei conti

Non è ancora un giudizio sulla manovra adottata dalla maggioranza alla fine del 2018, ma certamente anche Draghi segue con attenzione le evoluzioni dei conti pubblici italiani. Dice che l’accordo con la Commissione – che ha visto il governo italiano correggere significativamente la rotta rispetto alla prima versione della Finanziaria – «è stata una notizia positiva», ma non si sbilancia sull’ipotesi di manovra correttiva. Che potrebbe essere necessaria nel caso in cui la crescita portasse a minori entrate e a un aumento del deficit e del debito. Draghi ammette che «l’ambiente esterno è meno vivace del passato» e che questo effetto è «più marcato» in Italia, la quale «cresce meno di prima, significativamente meno delle attese». Però «è troppo presto per dire se servirà una manovra correttiva». Mancano ancora i dati sulle entrate fiscali, sottolinea il presidente della Bce, fondamentali per calcolare eventuali sforamenti. Il quadro sarà più chiaro in primavera, anche se la Commissione ha già deciso che eventuali richieste di correzione arriveranno soltanto dopo le elezioni europee.

L’intervento della Bce

La situazione economica generale dell’Eurozona – ha poi ricordato Draghi, il cui mandato scadrà nei prossimi mesi – presenta «rischi al ribasso». Però Francoforte può ancora giocare un ruolo centrale, nonostante il contestato piano di acquisto dei titoli (Quantitative Easing) si sia concluso: «Abbiamo altri strumenti nella cassetta degli attrezzi se le cose andassero molto male». Spiega che «uno stimolo monetario significativo» rimane essenziale e dunque la Banca centrale «resta pronta ad adottare tutti gli strumenti per assicurare che l’inflazione continui a muoversi in modo sostenuto verso l’obiettivo”. A suo dire, però, è «poco probabile» un nuovo intervento arrivi nell’immediato, «certamente non quest’anno».

Il peso delle riforme

Ovviamente anche gli Stati devono fare la loro parte. Draghi chiede ai governi di continuare a portare avanti le riforme strutturali «per promuovere una convergenza economica sostenibile». Ma al tempo stesso chiede all’Ue di «fare la differenza sostenendo e facilitando questi sforzi di riforma».

Fonte LaStampa

Una risposta a “Draghi: “Un Paese con il debito troppo alto perde sovranità””

  1. Buffone d’un Draghi. Il debito pubblico dipende dai prestiti alle nazioni dei banchieri privati…fa il finto scemo il servetto di quei farabutti, ed è più importante la sua carriera e il suo conto in banca dei suoi connazionali…peste lo colga.

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