Da Sudditi a Briganti, l’etichetta che ci hanno assegnato da oltre un secolo


Ho voluto riprendere già nel titolo le parole dette da Beppe Grillo nel 2011 a Napoli “da Sudditi a Briganti, è così che vi hanno iniziato a chiamare quando scese il generale Cialdini e vi considerano ancora oggi come Briganti perché è questo il gioco sporco del sistema, distorcere la verità” quando ricordò inoltre che “l’emergenza” del sud Italia è iniziata dal 1861.

di La Verità di Ninco Nanco

 

Tutti parlano di Risorgimento ma chi l’ha fatta questa Italia?  Chi erano i Mille? Popolani? No, al popolo sia del Nord che del Sud non interessava nulla di questa “Unità Nazionale” anzi se il popolo allora aveva qualche simpatia era per l’ideologia anarchica di Bakunin, ad impugnare le armi in realtà e ad affiancare Garibaldi fu la classe dirigente, non c’era un muratore, un contadino o un qualsiasi operaio, erano tutti avvocati, medici ecc.

Risorgimento, questa parola fa effetto ancora oggi ma in realtà non esiste parola più sbagliata per ricordare l’Unità d’Italia, a tal proposito voglio ricordare le parole di “Franceschiello” (Re delle Due Sicilie): “Lo chiamano Risorgimento ma per risorgere bisogna essere già sorti. L’Italia non c’è mai stata, il mio Regno esiste da secoli  ma l’Italia unita fin dai tempi dei Romani non è mai esistita”. 

Conquistato il Regno, (tralascio i dettagli perchè ho già trattato questo argomento in diversi articoli ) è giusto oggi ricordare che in realtà Cavour aveva delle idee “diverse” per questa nuova Nazione. Cavour voleva dividere l’appena nata Italia in tre  grandi regioni (Nord, Centro, Sud) e delegare piena autonomia ad ognuna di esse, al governo centrale toccava solo l’esercito, la polizia e la difesa in genere. Questo non avvenne perché evidentemente a qualcuno questa idea non era gradita, e nello stesso 1861 “improvvisamente” Cavour morì. Lo sviluppo sarebbe stato del tutto  diverso se questa idea andava in porto (anche magari se dal principio ognuno si avesse fatto i fatti suoi sarebbe stato meglio)  perché tutti oggi sappiamo che il Meridione non era un paese abbandonato come lo racconta la storia. Così non fu, il Sud venne depredato e schiacciato dai “nordisti”, gli fu impedito di crescere ed è venuto fuori quel che venuto fuori. Ovvio il popolo resta fuori da quest’ottica, meridionale o settentrionale non ha colpe in tutto questo gioco. Oggi siamo ancora in emergenza è vero, si fa fatica ad uscire da questa situazione soprattutto quando succedono ancor oggi delle brutte storie a questa terra, prendiamo il caso dei rifiuti solo come esempio, colpa della mafia, certo, colpa di politici corrotti, si, colpa dello Stato che secreta i verbali e lascia seppellire i rifiuti, anche, colpa delle grosse società S.P.A e di “società occulte” che non hanno avuto scrupoli (tutt’ora) a fare affari illegali con i rifiuti speciali. I nostri eroi quando hanno provato a fare chiarezza, quando hanno indagato e hanno trovato! quando si sono ribellati credendo in fondo e forse ingenuamente nello Stato e hanno chiesto Giustizia! in un modo o nell’altro li avete ammazzati.

Briganti ancora oggi si, ritornando all’introduzione, e fieri di esserlo se Brigante significa lottare per giustizia, diritti, libertà e verità, tutti visto tempi che corrono dovremmo esserlo.

 

L’Abero dei Patriarca 

di La verità di Ninco Nanco

Una risposta a “Da Sudditi a Briganti, l’etichetta che ci hanno assegnato da oltre un secolo”

  1. Quasi tutto vero dal lato storico, e se vogliamo, ce ne sarebbe ancora da dire. Nel 1861 le condizioni di vita nelle campagne erano simili, pessime, sia al Sud che al Nord. Che i Savoia puntassero alle casse dei Borboni è assolutamente vero. Sorvolerei il recente passato che tanto non macina più. L’Italia senza il Sud non va da nessuna parte, quindi questione vitale. Ma alcune verità non possono essere taciute. La mafia esiste, la camorra pure, ci campa mezza Napoli, gli sperperi esistono, il “tanto paga pantalone” è un atteggiamento maggioritario ed di soldi ne sono stati spesi a montagne. Dove sono finiti? Di fatto qui al nord non ce n’è traccia ( terremoto Irpinia, terremoto Friuli ) . Quindi direi, e lo dico con tanto sincero amore per il Sud, che per prima cosa una bella autocritica andrebbe fatta, non si scappa. Solo la generosità, ed intelligenza, del popolo del Sud può salvare il Sud e indirizzarlo verso una rinascita, guardando avanti, non indietro.

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