Il crescente stato di vigilanza Globale

 Uno studio sulla sicurezza, ci dice che le telecamere di vigilanza, ormai installate ovunque, analizzano le emozioni.

Quindi esiste già il “nuovo” modo con cui la polizia ci sorveglia, calcolano il nostro indice di “minaccia”, questa è una notizia apparsa sul “The Washington Post” a gennaio 2016.

Una delle applicazioni più comuni si chiama “Beware” tradotto in italiano, Attenzione, e scannerizza migliaia di milioni di rapporti di arresti, registri di proprietà, database commerciali, ricerche Deep Web e messaggi sui social network, per dare alle autorità un’idea della persona con cui stanno trattando.

Si parla molto di privacy di questi tempi, ma ormai sono sempre più convinto che la parola privacy sia appunto solo una parola, perchè i fatti sono tutt’altra cosa.

Ho trovato un intervista sul RT tedesco, a Reihhard Kresseil, sociologo e giornalista tedesco, leggete un pò cosa ci racconta:

“Appena che ci muoviamo in società, diventiamo trasparenti, lasciamo tracce di dati che possono essere poi utilizzati.

Esiste in inglese un buona espressione che lo definisce, dice che noi tutti siamo, ‘leaking data containers’, vale a dire, contenitori di dati con fughe che lasciano sempre una traccia.

Ogni giorno, quando siamo per strada, si appare in una videocamera o semplicemente quando usiamo la nostra carta bancomat, quando compriamo un biglietto e nel momento in cui paghiamo in qualche ristorante, se noleggiamo un’auto, non parlo neanche di motori di ricerca come Google.. se uno fa le sue attività quotidiane, al supermercato, con la sua carta fedeltà, se permettiamo che i punti ci siano accreditati… Si lasciano impronte e se si vuole, si può fare il profilo di una persona estremamente complesso ed anche realista.

Per questo a volte la privacy la trovo a malapena in casa quando spengo tutte le televisioni e i computer.

Siamo ibridi tecno-sociali. Se il telefono è spento, noi non valiamo niente.

Quando il computer in ufficio smette di funzionare, non si può lavorare, possiamo chiudere.

E’ che la nostra esistenza ad un livello molto triviale, è intrecciata con molti sistemi tecnici.

Siamo cablati e questo cablaggio fa parte della nostra vita triviale e quotidiana.

Quindi vediamo tutta una serie di problemi davanti ai quali potremmo dire: ‘Facciamo attenzione alla Vigilanza di Stato, in modo che tutto sia conforme alla Legge’.

Questo sì che è un fronte per cui lottare, come per i diritti civile e fondamentali, però il fronte più pericoloso e importante in relazione alla protezione dei dati e alla privacy, è l’uso quotidiano di computer con finalità diverse e dietro a queste ci sono le grandi imprese, che poi con tutto ciò fanno i loro affari.”

Come si utilizzerà il Wi-Fi per sradicare le libertà civili. Sotto la superficie si trova lo sviluppo di tecnologie di tracciamento che usano specificatamente il Wi-Fi come metodo generalizzato di sorveglianza di chiunque si trovi alla loro portata, senza che sia necessario, in qualche caso, che abbiamo un apparato connesso.

I governi lavorano con multinazionali private per coprire città intere con connettività Wi-Fi

Naturalmente si appellano alla predilezione che le persone hanno verso la tecnologia, per intrattenimento o per affari, per mandare avanti questa agenda.

Scoperte torri di sorveglianza che simulano quelle della telefonia mobile in tutta Londra però “giustificate” dal popolo britannico per paura di attentati. C’è una proposta di legge, “La legge degli spioni” sulla comunicazione dei dati che molto probabilmente verrà approvata, Problema, Reazione e Soluzione…

Quindi la “Legge degli Spioni” si affretta a tramutare in legge il potere di spiare senza il dovuto controllo.

Da un programma RT inglese emerge quanto segue, a proposito di videosorveglianza, dall’inviato Harry Fear:

“Il Regno Unito è la capitale del mondo per quanto riguarda le telecamere di sicurezza. Si pensa che ci sia approssimativamente una telecamera ogni 30 britannici, però la maggior parte sono private o semplicemente sono lì, raccogliendo immagini.

Che cosa succederebbe se potessero comunicare tra loro per identificare facce sospette?”

A questo quesito ci risponde Steve Jolly, attivista contro la vigilanza:

“Il nostro volto sarà scannerizzato e processato in una banca dati senza che noi ne siamo a conoscenza e senza il nostro consenso, supponendo che alle persone non importi di dover dimostrare la propria innocenza.

Essenzialmente, getta al suolo il dovuto processo legale e invertire la presunzione di innocenza.

Ha un impatto enorme sull’intera società.”

Conclude Harry Fear dicendo :

“Non esiste una legislazione specifica che regoli questo sistema, però, la polizia britannica lo applaude per la riduzione del numero dei crimini.

Tuttavia, il governo vuole che si approvi la legge sulla vigilanza, conosciuta popolarmente come la ‘Legge dei Ficcanaso’, il progetto della Legge dei Poteri di Investigazione che, se approvata, legittimerebbe la raccolta massiccia di dati in una scala senza precedenti, apparentemente per catturare terroristi, però è un piano che è stato equiparato al ‘cercare un ago in un pagliaio’.”

Aggiungiamo anche le parole di Kevin Cahill, esperto in protezione dati:

“Mancano solo cinque minuti alla mezzanotte per avere una vigilanza totale su tutto ciò che facciamo.

Il progetto della legge sulla vigilanza, è la vigilanza in massa, la raccolta in massa non è una buona notizia.

Assolutamente tutto quello che facciamo in internet, ogni chiamata telefonica, ogni mail, tutto sarà immagazzinato all’interno di una banca dati.

Tutti dovrebbero preoccuparsi per questo fatto, perchè, in realtà, è un tentativo della burocrazia di tenerci tutti in una banca dati.

Si elimina la presunzione dell’innocenza e si integra l’assunzione di colpevolezza.”

Snowden, di recente, allerta la Francia sulla rinuncia alle libertà, mentre i deputati approvano il progetto della Legge di Sicurezza.

James Clapper, Direttore dell’Intelligence Nazionale, dice che le agenzie statunitensi potranno utilizzare apparati domestici per intensificare la sorveglianza.

Samsung avverte i suoi clienti di pensare due volte a ciò che dicono davanti ad una Smart TV.

Dico, ci rendiamo conto di dove siamo arrivati?

Chi non ha nulla da nascondere naturalmente non deve temere nulla, ma vi sembra giusto che tutto ciò che facciamo finisca in una banca dati?

Siamo sempre controllati, smartphone, PC, TV…e chissà pure tutti i nuovi elettrodomestici “intelligenti”..

Tutto ciò a parer mio è inquietante.

 

A cura di Hack the matrix