E soprattutto, quante volte ci siamo chiesti perché il prezzo fosse così alto, considerando che in altri Stati costa addirittura la metà?
Occorre precisare che il prezzo finale è composto da quattro voci: accise, materia prima, margine di guadagno e Iva; sul costo del carburante, però, grava maggiormente la prima voce, ossia l’accisa: l’imposta sui consumi decisa dal Governo per il risanamento dei conti su specifici obiettivi come guerre, alluvioni e terremoti, che quasi mai, poi, anche al loro raggiungimento, viene rimossa.
Esempio: gli italiani ad ogni acquisto di un litro di benzina, devolvono allo Stato 0,001 cent soltanto per la guerra di Abissinia, datata 1935, e le altre sottoelencate. Risultato: il costo di tali accise grava sul prezzo finale del 60% per la benzina e del 55% per il gasolio. Riportiamo, dunque, qui di seguito, l’elenco dettagliato dei costi riferiti ad un litro di carburante.
1) Accise:
- 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935;
- 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956;
- 0,005 euro per il disastro del Vajont del 1963;
- 0,005 euro per l’alluvione di Firenze del 1966;
- 0,005 euro per il terremoto del Belice del 1968;
- 0,051 euro per il terremoto del Friuli del 1976;
- 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia del 1980;
- 0,106 euro per la missione in Libano del 1983;
- 0,011 euro per la missione in Bosnia del 1996;
- 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011.
Il tutto per un totale di 0,26 euro, a cui si sommano alle altre accise. Il dato ufficiale del Ministero dello Sviluppo Economico, riferito al mese di dicembre 2011, riporta per le accise gli importi che seguono:
- Benzina senza piombo: 0,704 Euro
- Gasolio auto: 0,593 Euro
- GPL auto: 0,147 Euro
- Gasolio riscaldamento: 0,403 Euro
Con la Manovra economica del 2011 (d.l. 98/2011) e con la “Manovra Salva Italia” (d.l. n. 201/2011) sono arrivati ulteriori rincari. Anche nel 2012 sono state introdotte addizionali regionali in 6 diverse regioni (Piemonte, Liguria, Toscana, Marche, Umbria e Lazio).
2) Il costo della materia prima è di un esiguo 30% e segue l’andamento della quotazione internazionale della Platts.
3) Il margine di guadagno delle compagnie, le quali devono garantire raffinazione, trasporto, assicurazione, stoccaggio, distribuzione e vendita agli automobilisti, è appena il 12% per la vendita di benzina e del 15 % per la vendita il gasolio. E giacché è l’unico settore al quale i gestori possono applicare variazioni, ne scaturisce la differenza di prezzo tra un distributore e l’altro.
4) A tutto questo, infine, va aggiunto il valore dell’Iva. Ma questa sapete già benissimo cos’è.
Ecco cosa promise Matteo Renzi nel 2014:
Che dire? Un uomo di parola! La realtà è che nessuno ha davvero voglia di cambiare il sistema italiano! Cambiano i volti ma non le idee!
Grazie per aver letto l’articolo su La verità di Ninco Nanco