L’uso principale era quello agricolo. La campagna era ricca di coltivazioni di pomodoro, tra cui il famoso sammarzano, e i contadini usavano le fibre di canapa per legare le piante di pomodoro ai filari. La canapa cresceva anche spontanea, e veniva lasciata libera di crescere. Attirava gli uccelli, che sono ghiotti di semi, tenendoli lontani dalle coltivazioni. E i contadini si trasformavano anche in cacciatori: usavano i semi e parte dei fiori per tendere trappole e catturare gli uccelli e metterli in gabbia. Sembra che i semi di canapa facessero cantare meglio gli uccelli, e alcuni li selezionavano pure. Gli appassionati avevano scoperto che con i semi di certe piante i canarini cantavano meglio e di più.
Nella zona era possibile trovare almenoquattro tipi di canapa che si erano selezionati nel tempo. Due li ho già descritti. Un altro tipo era basso, con pochi rami, e infiorescenze vicine al fusto. Aveva foglie larghe e corte, colore verde scuro. C’era poi un altro tipo di pianta di altezza media che sviluppava una grossa infiorescenza centrale color grigio verde con venature viola, a volte completamente viola. In genere non era buona da fumare, ma qualcuna era veramente allucinante, ti apriva le porte di un‘altra dimensione, non sempre piacevole. La chiamavamo la morte viola.
Noi ragazzi andavamo in giro a cercare le piante migliori. Diventammo presto abilissimi a riconoscere una pianta, magari col binocolo, o in una boscaglia, oppure dal treno in movimento. Anche i contadini ci indicavano i posti. Noi dicevamo che la canapa ci serviva per parare le rezze (preparare le reti per le trappole) e loro ci aiutavano a trovarla. Poi i ragazzi che paravano rezze cominciarono a diventare troppi, e i contadini capirono l’antifona. A qualcuno più simpatico raccontammo noi la verità. Nessuno si scandalizzava, sia perché molti si facevano decotti e infusi di canapa per i dolori o per facilitare il sonno, sia perché in genere i contadini erano amanti del vino, e rispettavano i gusti degli altri.
Fino all’82 nessuno di noi dovette mai comprare erba. Avevamo a disposizione tutta quella che volevamo, e ci costava solo qualche piccolo regalo ai contadini, biscotti o qualche stecca di sigarette di contrabbando. Noi si fumava senza problemi, e si regalava erba a chiunque ne volesse.
Poi i raccoglitori di erba diventarono sempre più numerosi. Entravano senza chiedere permesso nelle proprietà per rubare le piante, e magari rubavano anche altro. I contadini diventarono diffidenti. E le cose cambiarono. Mentre la malavitacominciava a imporre i suoi canali di smercio, le forze dell’ordine andavano a minacciare i contadini avvisandoli che la canapa era droga e che correvano il rischio di essere arrestati. I contadini presero a estirpare regolarmente le piante spontanee, si misero a usare filo di ferro o legacci di nylon per legare i pomodori, e in breve tempo la canapa scomparve completamente dalla zona.
Ma questa è un’altra storia.
Diventammo tristi come i canarini che non avevano più i semi per cantare.
dall’antologia Volume Nero edita da ctrlaltwrite