Terremoto, follia di Renzi: aumentare le accise per finanziare la ricostruzione

Per finanziare la ricostruzione Matteo Renzi prepara l’ennesimo aumento delle accise sulla benzina. Anziché tagliare gli sprechi della politica, il Governo mette ancora una volta le mani nelle tasche degli italiani: ecco l’ultima follia del Premier, come denuncia il Codacons

Siamo alle solite. La solidarietà degli italiani, mai in dubbio nei momenti di emergenza nazionale, viene sfruttata dal Governo Renzi per finanziare la ricostruzione.

Anziché tagliare gli sprechi della politica per aiutare le popolazioni colpite dal terremoto, il Premier sta pensando di aumentare, per l’ennesima volta, le accise sulla benzina.

La denuncia arriva dal Presidente del Codacons, Carlo Rienzi:

Carlo Rienzi, presidente del Codacons
Carlo Rienzi, presidente del Codacons


“La sola idea di aumentare per l’ennesima volta le accise sulla benzina è inaccettabile. Questo perché nel corso degli anni si è fatto più volte ricorso alla tassazione sui carburanti per reperire risorse finalizzate ad emergenze varie, accise che una volta entrate in vigore non sono state più revocate, portando oggi i listini di benzina e gasolio ad essere i più cari d’Europa. Ci opporremo con ogni mezzo a qualsiasi intervento dell’esecutivo sui prezzi dei carburanti, che avrebbe un impatto enorme sulla collettività ed effetti disastrosi sui consumi”.

Secondo il Presidente del Codacons, il Governo ha il dovere di trovare risorse per l’emergenza terremoto e per il sacrosanto sostegno delle popolazioni colpite dal sisma, ma deve reperire soldi tagliando gli sprechi della P.A. ed eliminando i costosissimi privilegi della classe politica, senza mettere le mani nei portafogli degli italiani.

Opinione giusta e assolutamente condivisibile.

 

LE ACCISE ATTUALMENTE IN VIGORE

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Ecco l’elenco completo delle accise in vigore in Italia:

  • 1,90 lire (0,000981 euro) per il finanziamento della guerra d’Etiopia del 1935-1936;
  • 14 lire (0,00723 euro) per il finanziamento della crisi di Suez del 1956;
  • 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il disastro del Vajontdel 1963;
  • 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo l’alluvione di Firenzedel 1966;
  • 10 lire (0,00516 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Belicedel 1968;
  • 99 lire (0,0511 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto del Friuli del 1976;
  • 75 lire (0,0387 euro) per la ricostruzione dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980;
  • 205 lire (0,106 euro) per il finanziamento della guerra del Libano del1983;
  • 22 lire (0,0114 euro) per il finanziamento della missione in Bosnia del1996;
  • 0,02 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004.
  • 0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
  • 0,0051 euro per far fronte al terremoto dell’Aquila del 2009;
  • da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
  • 0,04 euro per far fronte all’arrivo di immigrati dopo la crisi libica del2011;
  • 0,0089 euro per far fronte all’alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011;
  • 0,082 euro (0,113 sul diesel) per il decreto “Salva Italia” nel dicembre2011;
  • 0,02 euro per far fronte ai terremoti dell’Emilia del 2012.

 

LE (FINTE) RICOSTRUZIONI A L’AQUILA E IN EMILIA

LAquila-oggi

Nonostante gli italiani abbiano finanziato, tramite l’accise, le ricostruzioni a L’Aquila e in Emilia, i risultati sono stati disastrosi.

A L’Aquila, dopo oltre 7 anni e 12 miliardi spesi, gli sfollati sono ancora lontani da casa, come ha denunciato Il Fatto Quotidiano:

“La periferia della città è stata quasi tutta ricostruita. Ma nel centro storico il completamento dei lavori è molto lontano. Così come nel resto dei comuni colpiti dal sisma. Il più grande cantiere italiano si sta trasformando in un allarmante buco nero. Con tanti sperperi e scandali. Come quelli delle new town volute dal governo Berlusconi. Adesso nel mirino della procura. Insieme a tante altre oscure vicende.”

 

Riguardo alla ricostruzione post-sisma in Emilia Romagna, Il Giornale dell’Architettura è stato chiaro:

“Luci ed ombre si intersecano in un gioco di chiaroscuri, e al volontariato si oppone la tenaglia dell’infiltrazione mafiosa nella gestione degli appalti d’urgenza, con il maxiprocesso Aemilia che ha scosso la Regione al pari del terremoto, portando in aula più di duecento imputati a svelare improvvisamente una rete criminale che, pur essendo già documentata dalla magistratura, era ampiamente sottovalutata dall’opinione pubblica e, cosa ancor più grave, dalle pubbliche amministrazioni. Nonostante la diversità dei contesti e dei governi, tanto il terremoto dell’Aquila quanto quello dell’Emilia-Romagna testimoniano il fallimento della politica verso la salvaguardia di paesaggi feriti.”

Quindi, non solo i governi che si sono succeduti negli anni hanno chiesto agli italiani un contributo per le varie ricostruzioni. Ma, cosa ancora peggiore, quei soldi non sono stati utilizzati per gli scopi richiesti.

Caro Premier Renzi, metta le mani nelle tasche dei politici, anzichè in quelle dei cittadini. Siate voi, per una volta, a finanziare la ricostruzione. E, probabilmente, vedremo meno sprechi.

da infiltrato