Tagliano anche la reversibilità della pensione, ma non toccano i loro vitalizi!!

Reversibilità addio, il Governo vuole tagliare le pensioni 

Il nuovo ddl di riordino delle prestazioni assistenziali prevede limiti severissimi per ottenere la pensione di reversibilità.

Lo Stato batte cassa sulle spalle delle vedove: a lanciare l’allarme è il segretario generale dello Spi-Cgil, Ivan Pedretti, in base al contenuto del disegno di legge sul riordino delle prestazioni assistenziali, attualmente in Commissione Lavoro alla Camera, già approvato dal Consiglio dei Ministri. Il ddl, infatti, ha due disposizioni che, se mantenute così come sono, causeranno un vero e proprio terremoto sociale:

 

  • in primo luogo, qualsiasi trattamento diassistenza sarà legato all’Isee della famiglia;

 

  • in secondo luogo, la pensione di reversibilitàdiverrà una prestazione assistenziale, e non più previdenziale.

 

In parole povere, questo significa che potranno avere la reversibilità solo coloro che non possiedono nulla, o quasi, perché basta avere qualche risparmio in banca, o la convivenza con una persona con un minimo di reddito, per far alzare l’indice Isee.

 

Indice Isee

L’indicatore Isee, in pratica, serve a misurare la ricchezza di una famiglia: la misura, però, non si basa solo sui redditi percepiti, ma anche sulpatrimonio di ogni componente del nucleo familiare.

È sufficiente, cioè, che un familiare possieda una casa o un terreno, anche se non frutta un euro, perché si sfori la soglia Isee utile per percepire i trattamenti assistenziali; così come un conto corrente bancario, o un libretto postale, possono far andare oltre la soglia, anche se si tratta dei risparmi di una vita di lavoro e sacrifici.

Entrano, poi, nel nucleo Isee, non solo tutti coloro che fanno parte dello stesso stato di famiglia (in generale tutti i residenti nella stessa abitazione, a meno che non si richiedano al Comune degli stati di famiglia separati, ma non vi devono essere legami di parentela o affettivi), ma anche altri soggetti non conviventi, come i genitori di figli minorenni, anche se non coniugati, ed il figlio studente universitario.

Insomma, ci vuole davvero molto poco per superare i rigidi limiti imposti dal Governo, anche se non si possiedono redditi.

 

Pensione di reversibilità

Tali limiti saranno validi anche per percepire la pensione di reversibilità (cioè la pensione ai superstiti, che può essere di reversibilità o indiretta), in quanto il ddl la qualifica come prestazione assistenziale.

Tale qualifica, però, appare ingiusta, poiché la reversibilità è un trattamento che si basa sui contributi versati nell’arco della vita lavorativa del deceduto: in questo modo si porrebbe in essere un furto legalizzato da parte dello Stato, che incamererebbe i contributi previdenziali versati dai lavoratori, senza devolverli agli eredi aventi diritto. Peraltro, già da tempo sono previsti dei limiti di reddito per percepire il trattamento.

Non tranquillizza il fatto che le prestazioni già in essere non saranno toccate, ma soltanto quelle concesse dall’entrata in vigore della norma: in questo modo, al contrario, si andranno a colpire proprio i più bisognosi, in quanto le future pensioni saranno sempre più magre.

Si spera dunque in una marcia indietro sul ddl, che almeno tenga conto del reddito effettivo dei beneficiari, e non del patrimonio.

 

Pensione di reversibilità, un furto sulla pelle delle vedove

L’allarme l’ha lanciato ieri Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil: in Commissione Lavoro alla Camera è arrivato un disegno di legge delega che contiene un punto gravissimo. In pratica, la pensione di reversibilità, quasi sempre appannaggio delle donne,verrà considerata una prestazione assistenziale e non previdenziale. E che significa questo? Tantissimo, purtroppo. Lungi dall’essere un diritto individuale, come di fatto dovrebbe essere, la pensione di reversibilità sarà legata all’Isee, cioè al reddito familiare. Solo in apparenza si tratta di una rivoluzione meritocratica. In pratica, è un modo per demolire un diritto individuale e rendere la pensione, frutto di contributi versati, inaccessibile per centinaia di migliaia di donne(e uomini).

Facciamo un esempio: basta che una donna vedova viva ancora con suo figlio che magari ha un piccolo reddito da lavoro per far saltare la pensione, perché sappiamo ormai bene che l’Isee è un trucchetto per togliere, visto che l’asticella viene sempre fissata a un reddito davvero da fame, oltre il quale saltano tutti i benefici. Dicevamo di una donna che vive con suo figlio, ma anche – immaginiamo – di due donne che decidano di condividere una casa per rendere meno grama la la loro vecchiaia, o di una donna che dopo la morte del marito inizi una nuova convivenza: in tutti questi casi, se l’altro ha un minimo di reddito, ecco che la pensione di reversibilità salta, lasciando la donna senza reddito, a dipendere dalle persone con cui vive. Contribuisce inoltre all’Isee anche la casa, e siccome il governo a volte considera una proprietà come una forma di reddito, ci potrebbero essere casi di vedove con diritto alla reversibilità con casa propria e nessun reddito, visto che con la casa non si mangia.

Insomma sempre di più d’altronde questo governo va verso l’abolizione dei diritti individuali – ci aveva provato anche con l’assegno che spetta agli invalidi, anche quello lo si voleva agganciare all’Isee prima che una valanga di proteste lo fermasse – rendendo le persone sempre più povere e meno libere. Questa riforma poi colpisce in particolare le donne di oggi, che avranno già pensioni poverissime a causa di lavori intermittenti e del sistema contributivo. La reversibilità costituiva fino ad oggi una piccola certezza sulla quasi contare. Fino ad oggi, appunto. Possiamo solo sperare che i parlamentari si fermino per il loro interesse, cioè quello delle loro mogli. Ormai solo il loro interesse privato può essere la leva per una tutela, a meno che non si trovi un cavillo che escluda le mogli dei parlamentari. L’altra speranza è quella di sempre: la giurisprudenza, ossia una corte che dichiari illegittima questa norma, perché contributi versati verrebbero scippati dall’Istituto di previdenza a persone che li hanno versati. A proposito di Inps, cosa dice Boeri di questa riforma? Economista dalla visione liberale, può accettare una riforma così profondamente illiberale solo per fare cassa, cassa, peraltro, sulla pelle delle vedove?

 

Fonti: ilfattoquotidiano.it e laleggepertutti.it