Soldati e droga: la guerra con le sostanze proibite al popolo

Da coraggio. E stimola l’attenzione. Tra le forze armate spopola la Dexedrina. Negli Usa ma non solo.

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di Mauro Pompili per lettera43

Sostengono lo spirito bellico dei combattenti. E lo fanno da secoli. L’uso delle droghe tra i soldati ha una lunga tradizione.

I Galli, per esempio, aggiungevano alla birra piante con principi attivi capaci di effetti simili a quelli del Lsd.

Fin dall’antichità la cannabis era usata in tutto il Nord Africa e in India dai soldati. La stessa etimologia della parola «assassini» affonda nel nome che era dato a combattenti particolarmente temuti, che prima della battaglia usavano l’hashish.

GRAPPA NELLE TRINCEE. Nella Prima Guerra mondiale alle truppe italiane era distribuita grappa in abbondanza prima di lanciarsi all’attacco, lo racconta anche Emilio Lussu in un anno sull’altipiano.

Recentemente sono poi emersi documenti che testimoniano l’impiego di cocaina da parte dell’esercito nazista nella Seconda Guerra mondiale.

EROINA PER I SOLDATI USA. In epoca contemporanea è stata la Guerra del Vietnam ad aver segnato un punto di svolta per l’uso di droghe.

In Indocina l’eroina diventò infatti una vera abitudine tra le truppe. Anche in questo caso l’etimologia può aiutare a comprendere le ragioni: il nome eroina deriva dalla parola «eroe» e richiama la capacità della sostanza di accrescere il coraggio o l’incosciente temerarietà.

Pochi anni dopo l’esercito sovietico, impegnato in Afghanistan, dovette affrontare lo stesso problema, il 25% dei reduci era diventato tossicodipendente.

ALLARME TRA LE TRUPPE ITALIANE. Recentemente in Italia l’allarme è stato lanciato dal capo di Stato maggiore dell’esercito, il generale Claudio Graziano, che ha denunciato il preoccupante aumento «di alcuni comportamenti negativi che denotano un inequivocabile e intollerabile allentamento di quella tensione morale che deve essere il tratto distintivo di ogni militare».

È con queste parole che il generale ha richiamato i comandanti affinché esercitino un controllo più pressante sui proprio sottoposti, arginando così il problema oramai conclamato dell’uso e dell’abuso di droghe e alcol tra i militari.

Nelle nuove guerre si usa l’anfetamina per gli effetti stimolanti

Nelle guerre del XXI secolo la principale droga impiegata è l’anfetamina. Effetti stimolanti immediati, relativa facilità di produzione e costo contenuto ne fanno il prodotto ideale per tutti i conflitti.

Gli effetti collaterali sono, però, particolarmente drammatici. Molti civili e soldati alleati morti in Afghanistan a causa del fuoco amico o per errore potrebbero in realtà essere stati uccisi dalle troppe anfetamine prese dai militari.

TENERE ALTA LA TENSIONE. Questa è l’ipotesi che suggerisce un lungo reportage pubblicato dalChristian science monitor sull’uso di droghe prescritte ai militari americani dai propri superiori, in particolare tra i commandos delle forze speciali e i piloti dei bombardieri.

Secondo il quotidiano americano, l’uso di stimolanti sarebbe reso necessario dalla lunghezza delle missioni. In molti casi gli aerei che bombardano le vallate afghane partono da basi situate sul territorio Usa, a più di 10 mila chilometri di distanza, dove tornano a missione compiuta.

LA DEXEDRINA È LA PIÙ USATA. Lo stimolante più usato è la Dexedrina, una dextroanfetamina legale consigliata ai piloti, che non sono obbligati a prenderla, anche se «la loro carriera può soffrirne se rifiutano».

Da un lato i militari sono incoraggiati a usare eccitanti, dall’altra devono firmare una dichiarazione in cui acconsentono ad assumere queste sostanze, anche se il consenso informato indica che la «Us food and drug administration (l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, ndr) non ha approvato l’uso della Dexedrina per alleviare la stanchezza».

ASSUEFATTI ALLE SOSTANZE. Finita la missione, per neutralizzare la sovreccitazione anfetaminica, i piloti sono costretti ad assumere sedativi per poter dormire.

In gergo le anfetamine vengono chiamate «go pills», mentre i sedativi «no-go pills». Il rischio è di diventare tossicodipendenti ed essere assuefatti al ciclo stimolante-sedativo.

Gli effetti di queste abitudini militari ricadono spesso anche su chi ha la sfortuna di capitare a tiro di questi soldati.

Effetti collaterali pericolosi: si vedono i nemici ovunque

In Inghilterra e in Canada la questione degli effetti delle droghe ai militari inizia a essere affrontata, soprattutto in relazione alle bombe vaganti, agli incidenti da fuoco amico e ai clamorosi errori nell’identificazione dei bersagli.

Tra i molti casi sotto esame anche un incidente che ha provocato la morte di quattro soldati canadesi. Un pilota americano di F16 in una missione a largo raggio pensando di essere sotto attacco sganciò un bomba su un convoglio alleato.

Un esperto militare, John Pike ha dichiarato: «La versione iniziale dell’incidente ritraeva il comportamento del pilota come inesplicabilmente aggressivo e condito da un pizzico di paranoia e il mio primo pensiero era che avesse preso troppa speed (il termine usato in gergo per le anfetamine, ndr)».

Un pilota che abusa di Dexedrina vede nemici ovunque, come troppo spesso è accaduto in molti teatri di guerra.

PIÙ LETALE DI AL QAEDA. Il ministero della Difesa britannico è costretto a congedare un numero di militari pari a un battaglione ogni anno a causa dell’aumento del consumo di droga tra gli uomini.

L’esercito inglese ha così ‘perso’ per uso di cocaina cinque volte più soldati di tutti quelli morti in battaglia in Iraq e in Afghanistan per mano di al Qaeda. La diffusione di sostanze stupefacenti risulta più letale di qualunque altro sistema di arma convenzionale o chimica conosciuta.

Le conseguenze per la difesa inglese si preannunciano drammatiche. «Così come stanno le cose», informa un’esperta che ha condotto uno studio sul fenomeno, «l’esercito perde un battaglione l’anno a causa della cocaina per ragioni disciplinari con un ritmo che non ci consente di sostituirlo con altrettanto personale addestrato».

ARMA USATA DAI TALEBANI. La droga nel mondo militare è anche un vero e proprio nemico da cui difendersi, come si legge in un rapporto dell’intelligence statunitense divulgato dal The Daily Beast che l’ha definita «arma tattica dei talebani e seguaci di al qaeda, l’impiego di eroina per inficiare la professionalità dei marine a un costo bassissimo».

Questo è il quadro conosciuto dei grandi eserciti occidentali, ma probabilmente la situazione è anche peggiore nelle milizie armate che combattono in tutto il pianeta.

Dall’Afghanistan alla Cecenia, dal Mali alla Siria (qui i ribelli ricorrono al Captagon) si fa uso costante di stupefacenti ed eccitanti. Un impiego che contribuisce anche a spiegare sia le violenze efferate sia la facilità con cui è accettato il martirio come forma di guerra.

TRAFFICI ILLECITI PER LE ARMI. Inoltre se i soldati usano le droghe per trovare il coraggio e vincere la stanchezza, contemporaneamente il traffico internazionale di stupefacenti serve spesso a finanziare l’acquisto di armi per una o l’altra fazione in campo.

Sempre di più le guerre contemporanee sembrano ruotare intorno a quelle sostanze che accompagnano la storia della civiltà umana, ma che in origine erano cercate nel tentativo di costruire un ponte verso la divinità.