Il riscatto della musica dei poveri che oggi riempie le piazze

La musica che fa vibrare l’anima e unisce tutti nelle calde notti d’estate del sud Italia.  

Negli ultimi anni la musica del passato è ritornata a far ballare le folle, impossibile resistere e non farsi coinvolgere dai ritmi della taranta. Sempre più artisti ripropongono antichi testi popolari con suoni di antichi strumenti che grazie alla tecnologia moderna sono ritornati al centro dell’attenzione. I testi per lo più scritti in dialetto, appartengano al passato contadino del sud Italia, affascinanti storie d’amore, dediche oppure dei veri versi di protesta sociale che riescono ad accendere ancora oggi sentimenti ribelli in chi ascolta. In estate non c’è piazza, almeno per quanto riguarda il meridione, dove le antiche note non arrivino a suonare, in particolar modo in Calabria e nel Salento da diversi anni si ripetono dei festival a riguardo dove è possibile ascoltare i migliori gruppi di musica etnica spesso accompagnati da artisti “famosi” italiani e stranieri. Nel Salento durante la famosa Notte della Taranta ad esempio si è visto un certo “Ligabue” cantare in dialetto una pizzica, in Calabria durante la scorsa edizione del Kaulonia Tarantella Festival oltre a molti gruppi sono saliti sul palco Bombino, Cristiano De Andrè a Roy Paci.

Tra i pionieri di questa musica c’è Eugenio Bennato che è riuscito a  portare il ritmo del sud in tutto il mondo donando la giusta popolarità a questa musica. Bennato oltre a proporre antichi e nuovi testi ha rispolverato e riportato alle cronache la “Questione Meridionale”, grazie ai suoi testi mai banali ma ricchi di storia e soprattutto di verità ha mostrato sotto un’altra luce i tanto discussi Briganti del Risorgimento. Dolci ballate su cui il cantautore narra la storia di questi uomini del popolo etichettati come briganti ma altro non erano che dei ribelli contro le ingiustizie dell’epoca. Tra le canzoni più belle di Bennato oltre alla famosissima “Brigante se more” diventata un vero e proprio inno di protesta, spiccano “Ninco Nanco” e “Il Sorrido di Michela” due ballate che racchiudono anni di storia nei loro testi.

Musica d’amore o musica ribelle, quello che più conta di questa musica è la sua magia con la quale riesce ad unire per qualche ora la folla, tutti rapiti dalle sue note. Un passato che ritorna più forte che mai e che per qualche strana ragione non ci ha mai lasciato.

di S.M. per La verità di Ninco Nanco