Renzi toglie alla Rai 300 milioni e li gira a Mediaset & C.

Sembra che la teoria che Berlusconi vuole aiutare Renzi scegliendo canditati perdenti trovi sempre più riscontri.

Per riequilibrare i maggiori introiti con il canone in bolletta la tv pubblica pronta a dimagrire sulla pubblicità.

Fedele Confalonieri è cortese.  Perché il Biscione rammenta a Matteo che ormai, infilato il canone Rai in bolletta per drenare risorse sicure, è scoccato il momento di liberare un po’ di pubblicità (circa 250-300 milioni l’ anno) da viale Mazzini e rifondere il mercato, che di solito viene definito asfittico, se non proprio essiccato. A chi la pubblicità? A noi, a Mediaset. E agli editori più blasonati. Come il Gruppo Espresso che ha inglobato La Stampa. E pazienza, se per una volta, mica è la prima, i destini dell’ ex Cavaliere Silvio Berlusconi e dell’ acerrimo nemico Carlo De Benedetti collimano a perfezione.

Il meccanismo è complesso, ma di agevole lettura. Il denaro che il servizio pubblico incassa di più rispetto al passato con la riforma degli abbonamenti – il cedolino viene saldato a rate con il conto di un’ utenza elettrica – viene stornato dagli introiti pubblicitari di viale Mazzini.

Non c’ è bisogno di insistere scrive tecce sul fatto, il prammatico fiorentino è d’ accordo. Il sospetto: c’ è l’ ennesimo patto sotto o neanche troppo sotto? Ancora: c’ è una commistione fra il centrodestra e il centrosinistra? Quisquilie, affascinanti però.. Quanti milioni su trecento sganciati dai conti Rai possono confluire nel forziere di Mediaset? Ma l’ ex Cavaliere non gareggia in solitudine.

Il governo ha intenzione di comprimere la pubblicità di viale Mazzini, ma vuole che il beneficio sia diffuso.

Nel presentare il progetto “Stampubblica” (la crasi più in voga per definire l’ unione fra La Stampa e La Repubblica), il Gruppo Espresso ha ribadito che il sodalizio è generato da un’ esigenza industriale, non editoriale: la pubblicità va procacciata assieme. Più grossi, meno spese, più soldi. Valgono le coincidenze. Il governo è convinto che la pubblicità proveniente da viale Mazzini possa sollevare internet (neanche mezzo miliardo nel 2015): reattivi, in largo Fochetti sono pronti a formare una redazione per inchieste da impatto televisivo da lanciare in Rete. Stampubblica è il colosso dei giornali. Mediaset è il colosso delle televisioni. Il denaro in uscita da viale Mazzini non può sbagliare percorso.