Renzi manda nel caos la società elettrica: nessuno sa come riscuotere il canone Rai

Sino ad ora il canone Rai era «solo» la tassa più odiata dagli italiani. Ora rischia di diventare anche la gabella più incasinata della storia. Come se gli italiani avessero bisogno di ulteriori complicazioni burocratiche. In pratica la riforma varata dal governo e inserita nella legge di Stabilità, che prevede il pagamento della tassa con la bolletta elettrica, ha le stesse certezze di una mucca che vola. Ragione, quest’ ultima, che ha indotto l’ associazione dei gestori di energia elettrica a lanciare l’ allarme.

Assoelettrica, nel giorno in cui scadono i termini per la presentazione del decreto attuativo di competenza del ministero dello Sviluppo economico (documento necessario per risolvere i tanti nodi ancora irrisolti), avverte che «le imprese non sanno come fare»e c’ è «il rischio che si arrivi impreparati alla scadenza del prossimo luglio». La legge di Stabilità prevede due atti specifici ulteriori di stretta competenza del Mise e dall’ Agenzia delle Entrate. Il primo è il decreto attuativo che deve definire i dettagli della misura e per il quale la legge ha stabilito una tempistica di 45 giorni dall’ entrata in vigore della Stabilità. Il termine è scaduto domenica, formalmente ieri. Al ministero, però, stanno ancora «lavorando per noi». Tanto che le solite «fonti accreditate» assicurano che il decreto dovrebbe essere emanato «in tempi brevi». Di quale settimana e di quale mese, però, nessuno lo dice.

Il secondo provvedimento atteso è quello dell’ Agenzia delle entrate, che deve definire le modalità per la presentazione dell’ autocertificazione di coloro i quali non posseggono una tv e, quindi, sono esentati dal pagamento. Dall’ Agenzia ricordano comunque che il provvedimento in questione potrà arrivare «solo dopo il decreto del Mise». Il classico cane che si morde la coda, insomma. Senza l’ uno non ci sarà l’ altro e intanto le aziende aspettano, mentre «il tempo stringe» e i teleabbonati non sanno che pesci pigliare. Da qui l’ allarme lanciato da Assoelettrica che, per la verità, fin dall’ inizio si era dichiarata contraria al canone in bolletta definendolo «un pasticcio» e che insieme a Utilitalia ha inviato al ministero un documento circostanziato che elenca tutti i problemi aperti.

 

«Le imprese devono predisporre i necessari sistemi informatici per emettere le nuove fatture modificate», ricorda il presidente di Assoelettrica, Chicco Testa, «bisogna incrociare le banche dati, occorre chiarire una lunga serie di problemi che ancora non sono stati sciolti, dalla questione dei ritardati pagamenti, alla morosità, dall’ eventualità di un cambio di fornitore ai pagamenti parziali, dai reclami ai contratti non residenti». Il documento presentato al Mise offre una lunga serie di casi in cui l’ incertezza regna sovrana: cosa succede, per esempio, se un utente cambia fornitore di energia?

E ancora, cosa deve fare un fornitore di energia che attiva la fornitura a un cliente in corso d’ anno per esempio a dicembre? Quando si parla di «prima fattura successiva al 1 luglio» s’ intende emessa oppure con scadenza di pagamento? Che fare in caso di ritardi di fatturazione nella emissione e, quindi, nella riscossione? I solleciti devono includere anche la quota canone? Ci sono poi da disciplinare i casi di pagamenti con bollettino postale, le rateizzazioni, i reclami, gli interessi di mora, i pagamenti con Rid. Una vera e propria giungla di incognite che le imprese chiedono di risolvere, anche con un confronto tra tutti i soggetti coinvolti: ministeri, Autorità per l’ energia, Agenzia delle Entrate, Acquirente Unico e le associazioni degli operatori.

Ma ad avere bisogno di chiarimenti non sono solo le imprese, ma anche le famiglie. «Siamo convinti», avverte il Codacons, «che a luglio si scatenerà un vero e proprio caos, con gli utenti e le aziende elettriche impreparate ad affrontare la novità. Le famiglie ancora non hanno capito come avverrà il pagamento del canone, chi è tenuto a versarlo e per quali case, e non vogliamo pensare a cosa avverrà in caso di morosità o ritardi nei pagamenti». In questo mare magnum di «se» e di «ma» regna sovrano un solo dato: i primi 70 euro si pagheranno a luglio, dopo le elezioni amministrative, in modo da non impattare sul voto.

I restanti 30 euro con le bollette successive. Infine il capitolo nomine. Antonio Campo Dall’ Orto, amministratore delegato dell’ azienda, è determinato a farle a breve potendo by passare il cda al quale non deve più consegnare in anticipo i curricula dei candidati, forse già a fine mese. Secondo le voci che corrono vuole cambiare subito tutti e tre i direttori di rete, Giancarlo Leone compreso (timoniere di Rai Uno), nonostante il Sanremo dei record. Per i telegiornali, invece, essendo una materia da maneggiare con cura, dovremo attendere i primi di luglio. Per le testate meglio passare le amministrative.

 

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