Monsanto, i brevetti più pericolosi inventati dalla multinazionale degli Ogm

In tutto il mondo nelle scorse settimane si sono svolte manifestazioni di piazza contro la multinazionale Monsanto. Le motivazioni sono plurime: se in Sud America e Asia i cortei sono stati indetti da associazioni di contadini, strozzati economicamente dalle politiche della multinazionale, in occidente le manifestazioni si sono maggiormente concentrate sui pericoli per la salute e per l’agricoltura tradizionale, ed in Europa si sono strettamente legate alla protesta contro il Ttip – il trattato di libero scambio Usa-Ue attualmente in fase di discussione – che rischia di aprire la strada ai prodotti geneticamente modificati in tutto il vecchio continente.

Ma quando si parla di Monsanto non si parla solo di semi OGM. La multinazionale fondata nel 1901 nel Missouri cominciò la sua attività come azienda biochimica, e questo rimane ancora oggi il suo principale settore di business. E proprio come azienda chimica ha inventato, o comunque brevettato e commercializzato, alcune sostanze di comprovata pericolosità per uomini e animali. Alcune di esse sono state bandite da decenni, altre sono utilizzate in tutto il mondo, altre ancora sono vietate in Europa, ma permesse negli Usa e rischiano appunto di poter arrivare in Europa con il prossimo accordo sul Ttip.

Ecco le sostanze più controverse messe in commercio dalla multinazionale.

 

1. Il PCB (BIFENILI POLICLORURATI).

Negli anni ’20 del secolo scorso, la Monsanto ha iniziato a produrre il policlorobifenile, un elemento liquido refrigerante per trasformatori, condensatori e motori elettrici. Mezzo secolo dopo, l’Environmental Protection Agency statunitense ha presentato i risultati delle ricerche sulle correlazioni tra PCB e cancro. Nel 1979 il Congresso degli Stati Uniti ha vietato la produzione del PCB, ma la Monsanto, che nel frattempo aveva aperto fabbriche fuori dal territorio Usa, ha continuato a produrlo e commercializzarlo fino a che la Convenzione di Stoccolma del 2001 non ha vietato il PCB in tutto il mondo. Il PCB è stato inoltre considerato un enorme agente inquinante delle acque e dei terreni nei luoghi di produzione. Negli anni scorsi sono stati resi pubblici documenti interni a Monsanto, dai quali si evince che i dirigenti della multinazionale fossero a conoscenza degli effetti nocivi del PCB sulla pelle già nel 1937, e di quelli cancerogeni almeno dal 1953. Nel 2003, la Monsanto è stata inoltre condannata a risarcire con 600 milioni di dollari agli abitanti di Anniston (Alabama), città dove per decenni si è prodotto il PCB, i cui cittadini sono stati colpiti da cancro, malattie del fegato e malattie neurologiche. Studi recenti hanno associato l’esposizione al PCB anche a numerosi casi di autismo.

 

2. IL DDT E LA DIOSSINA.

Nel 1945 la Monsanto lancia una campagna in favore dell’uso del DDT (para-diclorodifeniltricloroetano) per combattere gli insetti e la malaria, mentre l’anno seguente commercializza la Diossina come erbicida per l’agricoltura. Si tratta di due agenti chimici indubbiamente efficaci (l’uso massivo di DDT ha permesso di debellare la malaria in ampie zone del pianeta) ma altrettanto tossici. Gli effetti cancerogeni del DDT sono noti dagli anni ’60 e nel 1973 gli Usa hanno messo al bando il suo utilizzo, cosa poi avvenuta in tutto il mondo (tranne in alcuni paesi tropicali dove i suoi rischi per la salute sono considerati tutt’ora trascurabili rispetto alla sua efficacia come anti-malarico). Le diossine si accumulano nella catena alimentare, soprattutto nel tessuto adiposo degli animali, e da questi giungono all’uomo anche attraverso il cibo. Esse sono altamente tossiche e possono causare problemi di riproduzione e dello sviluppo, interessare il sistema immunitario, interferire con gli ormoni e quindi provocare il cancro. Alla produzione di Diossina è anche associato uno dei maggiori disastri ambientali della storia italiana, i cui effetti ancora oggi causano malformazioni genetiche sui neonati: il disastro di Seveso.

 

3. L’AGENTE ORANGE.

La Diossina figura anche tra gli ingredienti base del famigerato Agente Arancio, l’arma chimica utilizzata dal governo Usa durante la guerra in Vietnam allo scopo di distruggere la vegetazione e quindi lasciare senza protezione i guerriglieri vietcong che erano soliti usare la boscaglia come riparo. Studi successivi hanno dimostrato come l’agente arancio sia da ritenere responsabile di una vera e propria carneficina: almeno 400.000 vietnamiti sono stati uccisi o mutilati, 500.000 bambini sono nati con difetti fisici e/o neuronali, oltre un milione di persone hanno sviluppato handicap o problemi di salute (in particolar modo tumori alla pelle e alle vie respiratorie). Anche per quanto riguarda l’agente arancio alcuni documenti privati hanno dimostrato come la Monsanto fosse a conoscenza dell’utilizzo che il governo Usa stava facendo della Diossina, ma la multinazionale non ritenne di prendere nessuna misura al riguardo. Nel 1983 un’associazione di veterani di guerra Usa ha intentato contro il governo una causa milionaria per ottenere risarcimenti per le famiglie dei militari morti o colpiti da tumore a seguito della prolungata esposizione all’agente arancio, la Monsanto – con finanziamenti governativi – ha prodotto studi per cercare di dimostrare come non vi fosse nesso di causalità tra l’esposizione all’agente e lo sviluppo di cellule tumorali.

 

4. IL ROUNDUP (GLIFOSFATO).

Il glifosfato è il diserbante maggiormente utilizzato nel mondo, fino al 2001 la sua produzione è stata coperta da un brevetto esclusivo di proprietà della Monsanto, che lo ha commercializzato con il nome di Roundup. Secondo una ricerca dell’Università di Lipsia, il glifosato provocherebbe irreversibili modifiche genetiche sugli animali da allevamento (bovini e suini soprattutto). Gli studi hanno dimostrato una correlazione tra l’alta tossicità del glisofato utilizzato per la disinfestazione dei campi e le svariate e gravi malattie riscontrate negli animali. Nel marzo 2015, inoltre, l’organismo internazionale IARC (International Agency for Research on Cancer) ha classificato il glifosato come “probabile cancerogeno per l’uomo“. Per ovviare ai problemi connessi all’utilizzo del Roundup la Monsanto ha da tempo brevettato e commercializzato le culture Roundup Ready. Si tratta di semi OGM che producono colture in grado di tollerare l’uso del Ruondup senza assorbirlo al loro interno. Una mossa geniale che permette alla multinazionale in un colpo solo di diffondere le colture OGM e obbligare i contadini a rifornirsi di Roundup, unico erbicida tollerato da queste piante. Per dare una dimensione del successo commerciale di questa mossa basti sapere che si stima che almeno il 60% della soia coltivata nel mondo sia di qualità OGM “Roundup ready”. Di contro, per dare una dimensione delle conseguenze su salute e ambiente di tali colture basti sapere che in Sri Lanka e Brasile è in discussione la messa al bando del Roundup, che sarebbe responsabile di una vera e propria epidemia di malattie renali tra i contadini.

 

5. L’ORMONE DELLA CRESCITA BOVINA.

La somatotropina bovina ricombinante (rBGH), detta anche ormone della crescita bovina, è un ormone geneticamente modificato della Monsanto che viene iniettato nelle vacche per aumentarne la produzione di latte. Esso venne brevettato già nel 1933 e da allora si è imposto negli allevamenti Usa grazie alla sua capacità di rendere maggiormente “produttive” le mucche, moltiplicando così i fatturati delle aziende che lo utilizzano. Tra le mucche sottoposte alla somministrazione degli ormoni Monsanto vi è un’incidenza del 79% in più di mastiti (infezioni della mammella), fattore che oltre a causare dolori lancinanti agli animali, induce la necessità di trattarle con frequenti cicli antibiotici per evitare che il latte da loro prodotto sia contaminato dal pus. Secondo diverse indagini, soprattutto europee, vi è un collegamento diretto tra latte rBGH e cancro della mammella, del colon e della prostata. Le ricerche hanno anche evidenziato come il prodotto provochi effetti più gravi nei bambini per due semplici motivi: bevono più latte rispetto agli adulti ed hanno meno massa corporea per elaborare i contaminanti del latte. Sulla scia degli studi scientifici tutti i paesi dell’Unione Europea, oltre a Canada, Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Israele e Argentina hanno messo a bando l’utilizzo degli ormoni della crescita negli allevamenti. Essi rimangono però perfettamente legali negli Usa, dove le campagne di varie associazioni di cittadini stanno spingendo molti grandi distributori a rinunciare alla vendita ed alla somministrazione di latte rBGH.

 

da: www.dolcevitaonline.it