LE PROTESTE DEI SICILIANI HANNO FERMATO IL PENTAGONO” (IN ITALIA NESSUNO NE HA SCRITTO)

RIVISTA “TIME” NEW YORK –  Le proteste della popolazione siciliana arrivano sulla grande stampa americana, e la ragione è importante: hanno fermato niente di meno che il Pentagono.

L’attivazione del sistema di comunicazione satellitare militare ad alta frequenza Muos (Mobile User Objective System) realizzato presso la base aerea siciliana di Sigonella e’ paralizzata dalle proteste popolari delle comunita’ locali e da cause legali, tanto da essere divenuta un pantano per la prossima generazione delle reti di comunicazione globale del Pentagono.

Il prestigioso settimanale statunitense “Time” dedica un lungo articolo alla vicenda partendo dall’ordinanza di una corte siciliana, che la scorsa settimana ha consentito alla base aerea di operare il sistema cosi’ da rilevarne le effettive emissioni di onde elettromagnetiche.

L’ambasciata statunitense in Italia sostiene che il Muos emetta radiazioni non piu’ nocive di quelle di un comune telefono cellulare; le comunita’ locali e parte della comunita’ scientifica, pero’, temono rischi per la salute e per l’ambiente.

Secondo Massimo Coraddu – scrive il Time – dell’Istituto nazionale di fisica nucleare e consulente del gruppo “No Muos”, l’apparecchiatura e’ pericolosa: “A piena potenza anche una breve esposizione (alle radiazioni emesse dal sistema, ndr) e’ devastante. Le conseguenze di una esposizione prolungata a basse intensita’ sono ancora piu’ serie”, e secondo lo scienziato interesserebbero un’area di circa 20 chilometri quadrati.

Di parere opposto il professor Salvatore Casale, esperto di telecomunicazioni dell’Universita’ di Catania, secondo cui il Muos “non e’ diverso dai sistemi di telecomunicazioni esistenti che impieghiamo coi nostri telefoni cellulari”.

Il Muos e’ stato sviluppato per consentire alle forze armate Usa comunicazioni di alta qualita’ con le unita’ che operano in tutto il mondo, anche quando le trasmissioni sono ostacolate  dal terreno o dalle condizioni meteorologiche. La stazione siciliana e’ una delle quattro che compongono il sistema: le altre tre sono posizionate alle Hawaii, in Australia e in Virginia. Le stazioni comunicano con cinque satelliti, l’ultimo dei quali e’ pronto al lancio da Cape Canaveral (Florida); il costo complessivo del sistema, sviluppato da Lockheed Martin, e’ di 7 miliardi di euro.

Curioso che – però – il Pentagono abbia voluto piazzarlo proprio in Sicilia. Forse che la Spagna e il Portogallo o la Grecia hanno rifiutato a priori di “ospitare” questi macchinari pericolosi per la salute e per l’ambiente? Molto probabile, certo invece il fatto che il governo Renzi non abbia avuto nulla da ridire. Renzi quali “vantaggi” ha avuto col silenzio?