La vera storia della morte di Rino Gaetano

 

Rino Gaetano era una persona che, come altri prima di lui, si era ribellata al sistema in modo vistoso. Non poteva denunciarlo direttamente, perché non gli avrebbe dato voce nessuno, allora lasciò una serie di tracce nelle sue canzoni, che sarebbero state raccolte dalle generazioni successive. Rino ci parla della Rosa Rossa, dei crimini commessi dai potenti, dei meccanismi segreti di questa associazione e dei loro metodi.

Un personaggio come Rino non poteva vivere a lungo, e perse infatti la vita il 2 giugno del 1981 in un incidente d’auto. Poco tempo prima, aveva avuto un incidente analogo, ma si era salvato. Aveva ricomprato un’ auto identica ed ebbe un incidente dello stesso tipo; morì non tanto per l’incidente in sé, quanto per il ritardo con cui fu curato perché negli ospedali della zona nessuno volle accoglierlo. Ben 5 ospedali si rifiutarono di curarlo, così come lui aveva scritto in una sua canzone, La ballata di Renzo, un brano inedito, di cui peraltro si scoprì l’esistenza solo qualche anno fa. Dunque, all’epoca, solo gli “addetti ai lavori” (i produttori e le persone che lavoravano insieme al cantante) erano a conoscenza del pezzo. E solo chi conosceva la canzone poteva fare in modo che si realizzasse nella pratica, e in modo così dettagliato. Quando qualche anno fa uscì la notizia della scoperta del brano inedito, i media si affrettarono subito a definirla una “profezia”. I giornali scrissero che ne La ballata di Renzo “Rino aveva previsto e messo in musica, dieci anni prima, la propria morte”. Ma sarebbe invece più opportuno affermare il contrario: la morte del cantautore è avvenuta esattamente come nella sua canzone non perché quel brano fosse una profezia, ma perché qualcuno l’ha usata per applicare la regola del contrappasso.

C’è un album di Rino, in particolare, che pare dedicato proprio alla Rosa Rossa. Nello stesso album, infatti troviamo ben tre canzoni: Rosita, Cogli la mia Rosa d’amore, e Al compleanno della zia Rosina. Una trilogia non casuale. In Rosita ci dice che la Rosa Rossa, quanto te la presentano, sembra bellissima… onori, gloria, soldi, potere… poi però un giorno scopri la verità. E allora la tua vita cambia completamente perchè sei in trappola.

“Ieri ho incontrato Rosita, perciò questa vita valore non ha
Come era bella Rosita di biancovestita più bella che mai.”

Nella canzone “Al compleanno della zia Rosina” ci spiega che nel linguaggio criptato della Rosa Rossa è in realtà la Rosa Rossa; e ci spiega che un giorno capiranno che sta svelando questi messaggi, e quindi lo uccideranno.

“La vita la vita, e Rita s’è sposata, al compleanno della zia Rosina.
Vedo già la mia salma portata a spalle da gente che bestemmia e che ce l’ha con me”.

Questa frase apparentemente incomprensibile vuole dire probabilmente che gli appartenenti alla massoneria rosa crociana della Rosa Rossa al suo funerale porteranno a spalla la sua bara (ai funerali delle vittime i mandanti sono sempre presenti tra i partecipanti); ma bestemmieranno, perchè in realtà una caratteristica della massoneria della Rosa Rossa è di stravolgere i simboli e i riti Cristiani per interpretarli al contrario. Infine, in “Cogli la mia rosa d’amore” lancia un messaggio molto chiaro:

“cogli la mia rosa d’amore,                                   regala il suo profumo alla gente;                         cogli la mia rosa di niente.”

Non credo sia un caso anche il titolo del disco: “Mio fratello è figlio unico“, perché sapeva che questo scherzetto gli sarebbe costato la vita.