LA GRECIA E’ IN BANCAROTTA PER COLPA DI UE-BCE-FMI USURAI: SU 86,9 MLD DI DEBITI CHE AVEVA, PRETESI 52,5 MLD D’INTERESSI

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BERLINO – ATENE – Lo spettro della bancarotta greca e’ tornato: il ritorno della crisi nonostante il terzo pacchetto di salvataggio deciso nell’estate del 2015 e’ da imputare soprattutto all’impasse nel processo di riforme e la ragione è nota: la Troika pretende ulteriori massacranti tagli delle pensioni, delgi stipendi pubblici, della sanità e della scuola. E questo, dopo che i governi filo-Troika degli anni passati hanno già abbattuto del 50% ciascuna delle voci di spesa summenzionate. Per il governo Tsipras, quindi, è inaccettabile continuare su questa strada, che porterebbe la Grecia direttamente alla guerra civile, se fosse di nuovo intrapresa.

Resta il fatto che finora la cancelliera tedesca Angela Merkel e i suoi omologhi europei, i rappresentanti della Ue e dell’Fmi in testa, hanno risposto picche alla richiesta del premer greco Alexis Tsipras di nuovi aiuti per evitare il default.

La realtà è che la cancelliera tedesca ormai e’ assuefatta alla crisi ellenica e alle tattiche del governo socialista di Atene, e la minaccia della bancarotta greca non sembra spaventarla piu’: da quando nella primavera del 2010 ha accordato il primo pacchetto di salvataggio per Atene, la Grecia ha vissuto una teoria interminabile di crisi.

Ma perche’ dopo sei anni di salvataggio perpetuo, tre pacchetto d’aiuti e piu’ di 220 miliardi di euro di crediti la Grecia non riesce ad uscire dalla crisi? La colpa e’ veramente solo degli oppositori alle riforme ad Atene?

La risposta è nota da tempo, ma il fatto che ora venga data anche da un grande quotidiano tedesco, è una vera novità.

Uno studio della European School of Management and Technology, riportato per la prima volta in Germania dal quotidiano tedesco “Handelsblatt”, torna a puntare l’indice contro i contenuti dei programmi di aiuto concepiti dai creditori internazionali della Grecia.

Negli ultimi anni, dal 2010 ad oggi, gli europei, ovvero la Ue e la Bce, assieme il Fondo Monetario Internazionale, hanno salvato non solo e non tanto al Grecia, ma soprattutto le banche e altri creditori privati che greci non sono.

L’accusa, come dicevamo, non e’ nuova. Gli economisti della ESMT succitata – scrive Handelsblatt  -hanno esaminato le singole tranche di crediti e hanno verificato a chi sono arrivati realmente i 215,9 miliardi di euro dei primi due pacchetti di salvataggio.

Il risultato: solo 9,6 miliardi di euro su 215,9 miliardi di euro di “aiuti alla Grecia”, e cioe’ meno del 5 per cento del totale, e’ finito nel bilancio greco. Tutto il resto e’ stato utilizzato per saldare i vecchi debiti ed interessi da strozzini, cosi’ da mettere al sicuro gli istituti bancari europei, primi tra tutti quelli tedeschi, dall’esposizione alla crisi greca.

“Con i pacchetti d’aiuto sono state salvate soprattutto le banche europee”, conferma il presidente di Esmt Joeri Rocholl, – scrive l’importante quotidiano tedesco – secondo cui 86,9 miliardi di euro sarebbero stati utilizzati per saldare i vecchi debiti, 52,5 miliardi di euro sono stati stanziati per il pagamento degli interessi (vi redente conto: 52,5 miliardi di interessi su 86,9 miliardi di debiti, si tratta di una percentuale da usura perpetrata dal crimine organizzato) e 37,3 miliardi di euro sono confluiti nella ricapitalizzazione delle banche elleniche.

Ecco perchè la Grecia non solo non è uscita dalla crisi, ma al contrario è precipitata in un disastro senza vie d’uscita diverse dalla bancarotta.