Il ministero dell’Ambiente e la Conferenza delle Regioni stanno mettendo a punto un piano eufemisticamente definito di conservazione e gestione del lupo. Il motivo? Semplice: risolvere senza tante storie, il problema di alcuni allevatori che ogni giorno piangono affranti continui attacchi alle greggi. Il piano prevede l’abbattimento con una soglia prestabilita di anno in anno.
Ma siamo sicuri che la soluzione proposta dal governo sia quella giusta?
Diversi recenti studi internazionali, condotti in aree dove il lupo è cacciato, confermano che uccidere degli esemplari può comportare per i sopravvissuti, oltre alla destrutturazione del branco a cui appartengono, anche la perdita della capacità di predare in gruppo la fauna selvatica, specie il cinghiale, con conseguente rischio di aumento degli attacchi alla fauna domestica. Il Wwf promuove invece i metodi che escludono l’uccisione, accessibili anche grazie ai fondi messi a disposizione dall’Ue all’agricoltura come: la sorveglianza del pascolo, la presenza di buoni cani da guardia di razza pastore abruzzese-maremmano, le recinzioni fisse e mobili elettrificate.
Prima di confezionare piani come questo, che prevedono l’abbattimento, sarebbe megli ascoltare chi queste meravigliose creature le ha studiate per davvero. Gli etologi. «Il lupo – dicono – non fa strage di greggi ma sceglie le sue prede tra i capi più deboli. Lo studio delle carcasse predate lo dimostra con chiarezza. Il lupo quindi contribuisce a mantenere in salute le popolazioni delle sue prede. Un’altra idea sbagliata è che il lupo attacchi l’uomo: assurdo. Il lupo rifugge l’uomo e le femmine lo insegnano subito ai loro cuccioli che impareranno perciò a starne alla larga». Altro che attenti al lupo…
Fonti: lastampa.it ilmattino.it wwf.it