Grecia: La fine della democrazia si sta consumando nel paese in cui è nata

Traduciamo e pubblichiamo qui questa lettera al prof. Bagnai di Grigoriou Panagiotis, etnologo ed antropologo greco ben noto al popolo diGoofynomics per i suoi interventi alle conferenze di Pescara.  La crisi greca sta arrivando al suo prevedibile epilogo, la fine della democrazia si sta consumando nel paese in cui è nata. Questa testimonianza ci tocca intimamente non solo perché riguarda il popolo fratello che si affaccia sull’altra sponda del nostro mare, ma anche perché drammaticamente rappresenta il nostro prossimo futuro… Buona lettura.  

di Grigoriou Panagiotis

traduzione di @Rododak

 

Caro Alberto, è già da un po’ che non le ho fatto avere mie notizie, a parte quello che scrivo sul blog greek crisis, che forse segue ancora. Ahimè, abbiamo brutte notizie.

Le ho appena inviato un messaggio con un appello per la nostra campagna di finanziamento partecipativo (“crowdfunding”) per Greece Terra Incognita, che potrebbe far circolare attraverso la sua rete (ma anche, se possibile, attraverso la rete degli economisti, universitari, attori economici – potrebbero aiutare?) e anche via Facebook, è importante.

Stremati da questo paese, in realtà in punto di morte eppure sempre così bello da visitare, lanciamo infine la nostra campagna… credo come ultima possibilità!

La trappola finale scatta dopo l’euro, l’ulteriore arma di distruzione di massa utilizzata dell’Europeismo (e non solo) sono i migranti. La mia compagna (da ottobre scorso priva di risorse perché disoccupata) ed io stesso, tentiamo quest’ultima… sortita per la sopravvivenza, attraverso la nostra attività Greece Terra Incognita, nel campo del turismo.

Se falliremo (visto che le donazioni che riceve Greek Crisis non sono sufficienti), non ci resterà che attendere la morte fisica, dopo quella economica, o lasciare la Grecia…

Gli altri Greci intorno a noi sono più o meno nella stessa situazione, e un 20% della popolazione se la cava, anche grazie… all’economia alternativa. Mi ricordo quando abbiamo parlato nel 2013 e2014, avevo evocato diverse volte la prostituzione delle studentesse, come per esempio in Russia negli anni 1990: oggi in Grecia ci siamo in pieno; e ancora, in tanti vendono per strada tabacco “fatto in casa” nelle zone di campagna, i nostri legami sociali e familiari si disfano e, evidentemente, il racconto della grande solidarietà nei confronti dei migranti non è altro che propaganda, riguarda una parte minima dei Greci (da cui la sociologia del clientelismo SYRIZA), e – purtroppo per i migranti – non può essere diversamente.

Sono convinto che l’integrazione… mondialista abbia deciso di sostituire anche una parte della popolazione della Grecia e già si parla della creazione di zone economiche speciali (c’è stato recentemente un incontro su questo argomento, cui hanno preso parte ex commissari UE e politici locali, compresi i ridicoli Tsiprioti). In questo momento, sta montando un sentimento di rifiuto TOTALE della politica, addirittura di odio nei confronti di SYRIZA, credo che la Sinistra (in tutte le sue forme) non tornerà mai più al potere e i sostenitori del piano B (veri o falsi) sono anche loro screditati, perché di sinistra e perché hanno avuto legami con SYRIZA: e quindi un enorme sentimento contro l’euro e soprattutto contro l’UE si rinforza come un’onda di piena.

I Greci in questo momento sognano una “buona dittatura militare e patriottica” lo sento dire tutti i giorni per le strade, anche se non sui media. Perché secondo me Tsipras aveva “venduto” tutto prima di arrivare al potere e questo enorme tradimento della nazione (e non soltanto del popolo di sinistra, come si è detto) ha distrutto nei Greci l’ultima speranza di uno svolgimento politico legale, e insieme ha polverizzato per sempre la loro ultima possibilità (anche teorica) di gestire il tempo ancora possibile perché sperato, quello del futuro. Da questo punto di vista, la mutazione (e mutilazione) antropologica della società greca è dunque immensa, con SYRIZA il coltello nella ferita ha superato la barriera anatomica della società greca… lo percepisco anche a livello personale.

Direi, da storico, che stiamo avanzando in una “cultura di guerra”, concetto che avevamo creato in altri tempi nel giro del professore che mi ha dato la tesi (in Storia), che lei forse conosce, Stéphane Audoin-Rouzeau, solo che i nostri concetti (e questo forse può essere vero anche per l’economia) non saranno più sufficienti ad analizzare fatti e azioni. Parafrasando Paul Nizan (Aden Arabie) dirò dunque: “Ho esattamente cinquant’anni. Non permetterò a nessuno di dire che è l’età più bella della vita”!

Grazie infinitamente e grazie in anticipo.