Gli sms hot che i frati di Pietrelcina inviavano alla donna impiegata nel monastero.

  1. “VORREI ESSERE UN NEO PER TROVARMI NEI POSTI PIÙ INSENSATI.. VORREI ESSERE UNA CREMA DI BELLEZZA, PER MASSAGGIARTI” OPPURE “VORREI LECCARTI. STO PENSANDO ALLA TUA…”

  2. SONO PARTE DEGLI SMS HOT CHE ALCUNI FRATI DEL MONASTERO DI PADRE PIO A PIETRELCINA HANNO INVIATO ALLA SIGNORA ANNA VERDE, 40 ANNI, IMPIEGATA NELLA STRUTTURA RELIGIOSA

  3. LA DONNA HA DENUNCIATO TUTTO IN PROCURA, SCOPERCHIANDO I VIZIETTI DEI FRATI PORCELLONI: AI PM LA VERDE HA PORTATO REGISTRAZIONI, SMS E TESTIMONIANZE DI TRE FRATI

  4. MA L’INDAGINE E’ PARTITA DUE ANNI DOPO LA DENUNCIA E I PM DI FOGGIA NON HANNO CONTESTATO NE’ MOLESTIE O ABUSI SESSUALE SOLO “MALTRATTAMENTI SUL LUOGO DI LAVORO”

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Anticipazione stampa dell’articolo di Lirio Abbate per “l’Espresso” in edicola domani:

Il sesso si mischia alla violenza e alle ritorsioni nel convento più famoso nel mondo religioso, quello in cui ha vissuto padre Pio a San Giovanni Rotondo. Centinaia di conversazioni telefoniche tracciano la triste storia di alcuni religiosi accusati di avere abusato e molestato una ragazza che lavorava nel convento, come raccontiamo sull’Espresso in edicola venerdì 10 giugno.

Sono telefonate registrate ed sms a luci rosse scritti dai frati che svelano il lato oscuro di un mondo in cui vivono alcuni di loro, tenuto segreto e nascosto ai fedeli. È il modo con il quale viene sottomessa una povera ragazza attraverso tentativi di violenza sessuale e molestie, pena il licenziamento in caso di rifiuto.

Fatti che si sono svolti per lungo tempo a San Giovanni Rotondo. Storie incise sui nastri audio o scritte nei messaggi di cui “l’Espresso” ha preso visione. La vittima degli abusi è Anna Verde, oggi ha 40 anni. Ha avuto il coraggio di dire basta ai soprusi e alle molestie, denunciando prima alla polizia di Foggia e poi ai carabinieri della sezione della procura della Repubblica.

Le sue accuse, oltre alle registrazioni, non sembrano campate in aria perché sono state confermate davanti agli investigatori anche da tre frati che hanno vissuto, in periodi diversi, nel convento di San Giovanni Rotondo, ed hanno visto e sentito ciò che Anna Verde ha denunciato.

Per i tre frati, però, solo per aver parlato delle molestie e difeso Anna, accusando alcuni confratelli, è arrivata la punizione “religiosa”. Sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari da parte dei loro superiori dell’ordine dei frati minori cappuccini. E per questo allontanati dalla sede in cui si trovavano e trasferiti in altre province per un periodo che a loro non è stato comunicato.

Di fatto sono in esilio, e non possono parlare con estranei. Insomma, i loro superiori li hanno messi in punizione solo perché hanno collaborato e denunciato fatti orribili che si sarebbero verificati fra le mura del convento di padre Pio.

I frati accusati da Anna, fra le tante telefonate e la valanga di messaggi le scrivevano: «Vorrei essere un neo per trovarmi nei posti più insensati, vorrei essere una crema di bellezza, per massaggiarti, vorrei essere un indumento per stare sempre addosso a te, ma ora vivo solo nell’immaginario e per questo mi accontento!». Ma c’era pure chi si sbilanciava su temi più caldi: «Anna vorrei leccarti (…) per me non è un problema la notte mi (…) pensando la tua (…)».

La donna per questi fatti ha denunciato un laico che lavora nel convento e alcuni frati, che adesso sono stati trasferiti dalla struttura religiosa. Per il laico, accusato di molestie e violenza sessuale, c’è già un processo che si svolge davanti ai giudici del tribunale di Foggia, e Anna Verde è costituita parte civile con l’avvocatessa Alessandra Guarini. Per i frati, dopo diverse sollecitazioni fatte dalla difesa della donna alla procura a svolgere indagini, è stato aperto un fascicolo dopo oltre ventiquattro mesi dalla denuncia e in questo caso i pm di Foggia non hanno contestato alcun reato di abuso sessuale, ma solo “maltrattamenti sul luogo di lavoro”. Le molestie denunciate non sono state prese in considerazione.

Secondo la difesa non sarebbe stato fatto su questo punto alcun approfondimento investigativo. Per i magistrati non ci sono questi reati. Non solo, per i maltrattamenti per i quali i frati sono ancora indagati, la procura chiede l’archiviazione, perché la notizia di reato è infondata. A questa richiesta Anna Verde si è opposta e il gip del tribunale dovrà fissare una nuova udienza per discutere questa scelta della procura.

da Dagospia.it