GLI ALBERI SEGNAVIA: LA “SEGNALETICA STRADALE” DEI NATIVI AMERICANI

Gli Stati Uniti sono stati per lungo tempo la casa di numerose tribù native, oggi radunate dall’immaginario collettivo in quelli che chiamiamo indiani d’America. Ormai fanno parte di una tradizione che li unisce insieme ai grattacieli e alle prime star di Hollywood, tuttavia un tempo – prima che arrivasse Cristoforo Colombo a rovinare la festa – queste popolazioni avevano un rapporto privilegiato con la terra che abitavano.

I nativi americani trovavano il loro sostentamento nelle foreste: tra la caccia agli animali di cui cibarsi e la ricerca di piante e radici officinali la loro vita si svolgeva prevalentemente nella natura. Ma come riuscivano a muoversi all’interno delle immense distese americane? La risposta più scontata – soprattutto da un’ottica moderna – è la segnaletica.

Esatto, gli indigeni utilizzavano un particolare sistema di segnaletica “stradale” per orientarsi nella fitta ed infinita boscaglia. Si tratta dei Trail Marker Trees: alberi modificati in un modo molto particolare ed originale per l’epoca.

Questi alberi di grandi dimensioni (le querce, gli olmi e gli aceri erano tra i preferiti) venivano manipolati dall’uomo nella loro forma per costituire una vera e propria rete segnaletica che si rivelò di grande aiuto nella vita quotidiana delle tribù ma che tuttora viene utilizzata anche dai cacciatori.

Dall’800, ossia dalla scoperta della loro esistenza, i Trail Trees sono oggetto di studio di numerosi ricercatori – dagli archeologi ai botanici – ma soprattutto sono considerati come un importante capitolo della storia americana e in quanto tali vengono costantemente controllati e preservati.

Come si può vedere dalle immagini, gran parte degli “alberi segnaletici” hanno assunto dopo l’intervento umano una forma molto particolare: il loro tronco è stato deviato collocandosi in modo perfettamente orizzontale per alcune decine di centimetri o addirittura alcuni metri, per poi tornare sulla “propria strada”, ossia quella verticale, e dunque alzarsi nuovamente verso il cielo.

 

Fonte lanonaporta.net