Francia, protesta si allarga. Prossimo obiettivo: fermare centrali nucleari

La Francia, a gran voce, continua a manifestare contro la riforma del lavoro varata dal governo del presidente Francois Hollande, e non si ferma. La rabbia è tale che, dopo aver bloccato nelle ultime ore l’accesso alle raffinerie, membri del sindacato CGT e militanti del movimento Nuit Debout, insieme ad altri manifestanti, hanno deciso di fermare anche le centrali nucleari, provocando l’escalation di una crisi energetica ormai già in atto.

Gli scioperi e gli assalti hanno messo a dura prova almeno sei delle otto raffinerie del paese, e in tutta la Francia un quarto delle stazioni di rifornimento della benzina è o chiuso o a rischio di rimanere a secco di carburante, dopo le occupazioni organizzate e messe in atto degli appartenenti al sindacato più grande della Francia, il CGT, la Conféddération Générale du Travail.

La Francia è stata costretta a ricorrere alle riserve strategiche, fattore che sta avendo ripercussioni anche sul trend dei prezzi del petrolio. Di fatto, il governo ha autorizzato i petrolieri dell’Ufip a utilizzare le riserve strategiche che dovrebbero garantire rifornimenti per un periodo di 4 mesi.

Ma il CGT è pronto a rispondere con un nuovo piano, che si preponga come obiettivo quello di bloccare non solo i rifornimenti di carburante ma anche quelli di elettricità. Per farlo, si devono per l’appunto fermare le centrali nucleari del paese.

L’appello del sindacato è stato già accolto dai dipendenti dell’impianto a sud est di Parigi, a Nogent-sur-Seine, che hanno deciso di fermare la produzione nella giornata di oggi. L’esempio potrebbe essere seguito da altri lavoratori del settore e avere conseguenze decisamente gravi per un paese, come la Francia, in cui il 75% dell’offerta di elettricità arriva proprio dagli impianti nucleari.

L’impianto di Nogent-Sur-Seine ha due reattori, uno dei quali è già fuori servizio a causa, di, così si legge, “problemi tecnici”.

Il sindacato CGT- non solo il più grande ma il più vecchio tra le otto principali federazioni di sindacati in Francia – chiede anche il blocco della metropolitana di Parigi, delle ferrovie francesi, e uno sciopero dei controllori di volo,nel fine settimana precedente l’inizio del campionato europeo di calcio, previsto per il 10 giugno.

Così ha detto, intervistata dall’Associated Press, Marie-Claire Cailletaud, membro del CGT.

“Questo è il momento di accelerare la mobilitazione”.

Diverse parti della Francia rischiano di rimanere senza corrente elettrica già nella giornata di oggi secondo la rappresentante del sindacato, che ha reso noto che ci sono stati già tagli in alcune aree di Nantes e Marsiglia nella giornata di martedì, a causa delle proteste.

Un portavoce del colosso energetico EDF ha riferito intanto all’Associated Press che al momento è difficile fare previsioni sulle conseguenze che potrebbero venirsi a creare con gli scioperi nei siti nucleari.

“Tutto dipende da quante persone decideranno di aderire allo sciopero”.

File e file di macchine in diverse parti del paese, ma soprattutto a Parigi, attendono di poter fare rifornimento di benzina e i guidatori devono spesso fare chilometri prima di riuscire a trovare una stazione che non sia occupata e/o che abbia semplicemente carburante. Il governo parla di una situazione di panico tra gli automobilisti e afferma che, nonostante i blocchi e gli scioperi, l’offerta di carburante viaggia a livelli normali ed è disponibile.

Ma le dichiarazioni non fanno altro che mettere in ridicolo Hollande. Il razionamento di benzina è già iniziato, dal momento che il governo ha ordinato alle stazioni di limitare l’offerta di benzina o diesel a un valore non superiore ai 30 euro, per cliente.

In tutto questo, Hollande ha negato che la Francia fa fronte a una “Rivoluzione di maggio” della stessa intensità di quella organizzata da studenti e lavoratori nel maggio del 1968.

“La rivoluzione di maggio del 1968 vide la partecipazione di milioni di persone, di studenti che occuparono le università, di operai che occuparono le fabbriche”, mentre “questo è solo un conflitto tradizionale”.

E’ molto probabile, tuttavia, che Hollande stia sottovalutando il fenomeno. Intervistato dal Telegraph Raymond Soubie ex consulente delle politiche sociali dell’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto che il sindacato CGT è stato dirottato da “una minoranza di estrema sinistra che vuole dare l’impressione che la Francia sia in fiamme”.

Dal canto suo, dopo l’attacco delle forze dell’ordine, che hanno usato lacrimogeni per sgomberare gli accessi a una raffineria del gigante energetico Total, nell’area di Marsiglia, Phillipe Martinez, numero uno del CGT, ha parlato di “dichiarazione di guerra”da parte del governo.

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