Per quanto riguarda il dna umano – si legge nello studio- è da attribuirsi a capelli, unghie o pelle che potrebbero essere finiti nel composto durante il processo di macinazione. Ma il rapporto aggiunge che le percentuali di dna di ratto e umano rilevate non sarebbero comunque dannose per la salute umana. Lo studio ha inoltre evidenziato che ci sono ‘buchi’ nei processi di controllo riguardanti la sicurezza alimentare e gli standard di qualità.
Ma se è già sconcertante la presenza di dna umano negli hamburger ‘di carne’, è ancora più spiacevole il fatto che gli ingredienti di cui sono fatti quelli vegetariani non corrispondano a quelli riportati in etichetta. In due hamburger vegetali infatti è stato trovato manzo. Inoltre un hamburger che doveva essere di fagioli neri, non solo aveva altri ingredienti, ma non conteneva affatto fagioli neri.
Quindi nel 6 per cento degli hamburger analizzati un prodotto è stato sostituito con un altro. Tra i risultati più comuni la presenza di carne di pollo o tacchino aggiunta a quella di manzo. Ma il vero problema è che il 4,3 per cento conteneva dna patogeno che può causare disturbi e intossicazioni alimentari. Alcuni agenti patogeni presenti nei prodotti possono causare sintomi simili a tubercolosi, gastroenterite, malattie di origine alimentare ed escherichia coli, alcuni ceppi di questo batterio sono la causa di malattie intestinali ed extra-intestinali, come infezioni del tratto urinario, meningite, peritonite, setticemia e polmonite e diarrea.
Infine vale la pena notare anche che 12 hamburger contenevano almeno 100 calorie in più di quelle riportate sull’etichetta.
da huffpost.com