Corruzione: Italia al 61esimo posto con Lesotho, Senegal e Sudafrica. In Ue peggio solo la Bulgaria

L’Italia, con uno score di soli 44 punti su 100, è al 61/o posto al mondo nella classifica del Rapporto  sulla corruzione della pubblica amministrazione pubblicato da Transparency International, alla pari con Lesotho, Sednegal, Sudafrica e Montenegro. Tra i 28 paesi della Ue solo la Bulgaria (69/a con 41 punti) sta peggio. Il paese meno corrotto è la Danimarca (91 punti), davanti a Finlandia (90) e Svezia (89). Gli Usa sono 16/mi. I paesi più corrotti in assoluto sono Somalia e Corea del Nord (soli 8 punti).

I paesi del Nord Europa sono i più trasparenti del mondo mentre tra i paesi più corrotti continuano a figurare nazioni attanagliate da conflitti e violenza, a dimostrazione di quanto i fenomeni siano strettamente correlati. “Le proporzioni del fenomeno sono enormi”, sottolinea l’organizzazione”, il 68% dei paesi del mondo ha seri problemi di corruzione e metà del G20 è tra loro”.

Classifica alla mano, i dieci paesi meno corrotti sono Danimarca, Finlandia, Svezia, Nuova Zelanda, Olanda, Norvegia, Svizzera, Singapore, Canada e Germania, decima a pari merito con la Gran Bretagna. La nazione più corrotta, secondo il rapporto, è invece la Somalia, a pari merito con la Corea del Nord. Seguono, risalendo dal penultimo posto, Afghanistan, Sudan, Sud Sudan, Angola, Libia, Iraq, Venezuela a Guinea-Bissau.

Tra le grandi economie del G20, dopo Canada, Germania e Regno Unito) troviamo gli Usa (sedicesimi), il Giappone (diciottesimo), la Francia (ventitreesima) e la Corea del Sud (trentasettesima).

L’Italia, da parte sua, si trova a condividere il sessantunesimo posto con il Sud Africa. Ancora più in basso Brasile e India (settantaseiesimi) e Russia (alla posizione numero 119). Guadagna posizioni la Cina, che l’anno scorso era centesima e oggi è ottantatreesima. Scrive l’Espresso  a proposito dell’Italia:

La pagella di Transparency International ci relega nel girone delle nazioni con “gravi problemi di corruzione”. Il voto è migliorato rispetto al 2014: un punto in più, arrivando a 44. Che però non basta per la sufficienza, fissata a quota cinquanta. Il risultato ci fa salire nella classifica mondiale, superando altri otto stati fino alla sessantunesima posizione. Ma l’Europa resta un miraggio: solo la Bulgaria è considerata peggio di noi, tutti gli altri ci guardano dall’alto in basso. E sullo stesso scalino ci ritroviamo in compagnia di Lesotho, Senegal, Montenegro e sud Africa.

“Cinque dei paesi con il punteggio più basso figurano inoltre tra i dieci mosti meno pacifici del mondo”, si legge ancora nel rapporto. “In Afghanistan, milioni di dollari destinati alla ricostruzione sono stati sprecati o rubati”. “Anche quando non sussistono conflitti aperti, i livelli di ineguaglianza e povertà in questi paesi sono devastanti”, prosegue lo studio. “In Angola il 70% della popolazione vive con due dollari al giorno o meno e un bambino su sei muore prima di compiere cinque anni”. Complessivamente i paesi poveri, sottolinea Transparency International, perdono mille miliardi di dollari all’anno a causa della corruzione.

Il primato del Nord Europa non deve però ingannare: “Solo perchè un paese abbia una pubblica amministrazione onesta non significa che non sia coinvolto in episodi di corruzione altrove”. “Prendete la Svezia, ad esempio”, sottolinea l’organizzazione: “è terza in classifica ma la compagnia finno-svedese TeliaSonera, controllata al 37% dallo Stato svedese, sta subendo l’accusa di aver pagato milioni di dollari in tangenti per assicurarsi affari in Uzbekistan, che occupa la posizione numero 153”.

 

Tra le nazioni che hanno guadagnato posizioni in termini di trasparenza, l’organizzazione cita Grecia, Senegal e Regno Unito tra i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti negli ultimi tre anni. Il deterioramento più grave, prosegue lo studio, si è registrato invece in Australia, Brasile, Libia, Spagna e Turchia.

 

Ragionando in termini di macro aree, Transparency International ha notato “due tendenze notevoli nelle Americhe: la scoperta di grandi reti di corruzione e la mobilitazione di massa dei cittadini contro la corruzione”, mentre la regione del Pacifico asiatico sembra in “stallo”. Si parla invece di “stagnazione” per l’Europa e l’Asia centrale, sebbene “un pugno di paesi sia migliorato”. Le regioni più problematiche si confermano, poi, Medio Oriente e Nord Africa (“i devastanti conflitti in corso fanno sì che il rafforzamento delle istituzioni e dello Stato sia passato in secondo piano”) e l’Africa sub sahariana, dove quaranta paesi su quarantasei denotano un “grave problema di corruzione”.

 

Da:HuffPost