Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì

Un delinquente, assassino, sanguinario (massone), camuffato da “eroe”.. ma stesso destino riservato un po’ a tutti quelli che hanno partecipato, truffando ed imbrogliando, uccidendo ed assassinando, alla grande truffa ed atto di usurpazione, fatta passare ancora come processo di “unità d’Italia” e “Risorgimento”..

La massoneria ha corrotto quanto più era possibile corrompere, e lui, Giuseppe Garibaldi, massone conclamato presso la società segreta “Libero Muratore” (scomunicata più e più volte dalla Chiesa Cattolica, Stato Pontificio che fu), e i vari altri “eroi”, non hanno dovuto far altro che seguire un copione già scritto dall’unico esito, date le forze in campo; campo di battaglia costituito da tutte le varie massonerie europee (“Europa Rivoluzionaria”, così citata in vari documenti ufficiali) contro il solo Regno Delle Due Sicilie (anche se vantava di un esercito di circa 120.000 effettivi, e di una flotta che dominava teoricamente il mediterraneo), affiliato e gemello allo Stato Pontificio e al GranDucato di Toscana.

Quindi, si può dire che hanno fatto crollare l’Italia, altro che “unità”! La più grande truffa mai partorita dal genere umano, e le conseguenze sono tutt’ora visibili finanche lapalissiane.

Ha vinto il denaro, l’avidità, la sete di potere ed ego contro la coscienza, il cuore e l’amore. Da allora nacque la corruzione, la raccomandazione all’ “italiana”. Adesso è un sistema che non si regge più in piedi, come è palese verificare e notare.

Le frasi sopra citate nell’immagine e quelle a seguire, sono state estrapolate da una lettera sua privata, a pochi giorni della sua morte; un barlume di coscienza, cosa rara e unica, ma almeno questa da apprezzare, per un delinquente assassino imbroglione (massone) come lui:

«Illustrissimo professore Carlo Lorenzini, Scrivo con rispetto e gratitudine a Voi che decideste di farmi cosa grata riportando le mie memorie al popolo di una penisola che mai amai come avrei potuto, che mai difesi come avrebbe meritato.
Una penisola che non fu mai e mai sarà la mia patria.
Una penisola meravigliosa che io non solo non unificai, se non unicamente al nome, ma che addirittura divisi, e, per mia colpa, divisa sarà per sempre.
[…] codesto giorno, trentuno maggio ottantadue del secolo milleottocento, sono a ricordare la mia vita trascorsa, in attesa che venga definitivamente compiuto il mio destino […] forse non temo neppure: diciamo che attendo che presto sia fatta giustizia e chi mai può sapere se dopo la morte vi sarà giustizia?!
Voi infatti penserete che io sia felicemente italiano: se così fosse le sorprese non vi mancheranno.
Se vi aspettavate un patriota, troverete un avventuriero.
Se vi aspettavate un probo, troverete un dissoluto. La spedizione dei mille fu realmente la più vile porcata che il suolo della penisola possa aver mai vissuto e, a questo punto, spero che mai sia costretta a rivedere.
Cercai appoggi, soldi e falsi ideali su cui far leva e trovai qualcuno che, dopo avermi usato, mi mise da parte.
Diciamo subito e senza giri di parole: il patriottismo in Italia non è mai esistito.
Mi ricordano tutti come il patriota Giuseppe Garibaldi, ma queste sono voci, magari leggende, ma certamente menzogne.
Mi chiamo Joseph Marie Garibaldi e, contrariamente, a quanto pensano molti, sono e mi sento francese.

[…] l’Italia del Nord depredò ltalia del Sud con atti di ferocia tale che mai potrà essere cancellata ed ancora accade mentre sto scrivendo…». La mia vita era rivolta alla ricerca di fama e ricchezza: mi venne in mente di unificare l’Italia in quanto sarei potuto diventare potente e ricco.