Accade così, a Taranto, che l’oro di pietra riaffiori per caso, aggiustando un tubo o tranciando un cavo. Stamattina in via Capecelatro, in pieno quartiere Tre Carrare, ai limiti della necropoli greca, a due passi dalle mura magnogreche, lontano dall’acropoli che svettava oltre canale navigabile, decisamente nel centro di questa città che sembrava destinata ad essere un museo a cielo aperto. Un cielo che l’Italia ha preferito avvelenare anziché esporre al pubblico. Colonne e lastre sembrano risalire, da un primo sguardo tecnico, di almeno 2400 anni fa. L’analisi è in corso. Nel 2015, un isolato più avanti, altri operai di un altro cantiere trovarono i suggestivi resti di una villa romana. A Taranto può capitare. Siamo antichi. Per fortuna c’è il MarTa.
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