CAOS ALLA CAMERA – Pd svende l’olio d’oliva per ingraziarsi Bruxelles

I deputati M5S che non hanno affatto gradito il voto espresso ieri dall’assemblea di Montecitorio

Roma – L’Europa ultimamente è un tema che riscalda gli animi. Come quelli dei grillini che non hanno affatto gradito il voto espresso ieri dall’assemblea di Montecitorio che ha accettato di trasferire nella nostro sistema normativo le regole comunitarie in fatto di commercializzazione dell’olio d’oliva.

Nella parte del testo della nuova legge europea (approvata ieri), in cui si parla di disposizioni in materia di libera circolazione delle merci, spicca infatti l’articolo uno, che regola la qualità e trasparenza della filiera degli oli d’oliva vergini, andando a modificare e sostituire la legge n. 9 del 2013 laddove si regola «l’evidenza cromatica dell’indicazione di origine delle miscele degli oli d’oliva» e «la previsione di un termine minimo di conservazione degli oli d’oliva rafforzando, in quest’ultimo caso, le sanzioni per le relative violazioni». Un passaggio che proprio non è andato giù ai pentastellati. «Ancora una volta – hanno poi scritto i deputati grillini in un comunicato – assistiamo a un’Italia zerbino nei confronti dell’Unione europea, grazie al governo Renzi e alla sua maggioranza che non esitano a svendere l’olio d’oliva italiano, il nostro oro verde, eliminando l’obbligo di indicare in etichetta la data di scadenza e quella di imbottigliamento». Accusa rispedita al mittente dallo stesso ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina che durante la discussione in aula ha replicato stizzito: «Le bottiglie d’olio d’oliva non hanno mai riportato una data di scadenza».

In difesa della nuova legge europea e soprattutto del voto della maggioranza è intervenuto Oreste Pastorelli, del Psi, membro della Commissione anticontraffazione della Camera. «Il ddl contiene una disposizione essenziale per il settore olivicolo – spiega Pastorelli -, comparto gravemente danneggiato da numerosi fenomeni di alterazione e contraffazione. Il provvedimento prevede, infatti, che le diverse provenienze di oli d’oliva miscelati e commercializzati in un unico prodotto devono essere chiaramente visibili e riconoscibili sulle etichette».

Più politica la difesa di Paola Binetti (Pd) che torna a guardare ai temi della difesa delle ragioni comunitarie. «Singolare atmosfera ieri alla Camera – ha commentato la Binetti – Tutti attenti a trarre vantaggio dai nostri prodotti e poco inclini a integrarci con gli altri, se questo pregiudica l’eccellenza dei nostri prodotti».

da Stop Euro