A chi giova abbattere i predatori? Un branco di lupi disarticolato perde efficacia in caccia e potrebbe puntare animali domestici.

di Francesco Martinelli

“Se vedo un lupo nei paraggi di casa mia? Lo faccio fuori”.

Questa frase l’avrò sentita almeno cento volte, detta da persone che conosco, spesso amici, che considerano l’abbattimento come il supremo ed inarrivabile metodo per combattere la predazione dei capi d’allevamento.

C’è poco da fare, anche se decisamente poco originale, la morte del predatore viene tutt’oggi considerata un ottimo modo per salvaguardare i greggi e i loro proprietari.

E puntualmente tornano in auge, nelle discussioni sulla gestione della fauna, le proposte di abbattimento prima del lupo, poi l’orso, la volpe, e compagnia.

Gli esperti sostengono però ormai da tempo, specialmente nel caso dei lupi, che il miglior modo per proteggere i greggi sia la prevenzione, e non è la solita frase da pubblicità del dentifricio.

In soccorso a questo punto di vista arriva uno studio recentissimo, nel quale si dimostra che non solo l’abbattimento non è il metodo più efficace, ma addirittura in alcuni casi fa l’effetto contrario.

Gli autori dello studio hanno analizzato una enorme quantità di dati provenienti sia dall’Europa che dagli Stati Uniti, riferiti ai tassi di predazione sugli animali d’allevamento e ai relativi metodi comunemente utilizzati per tenere lontani i predatori.

Gli scienziati hanno dimostrato che i deterrenti che sperimentalmente si sono rivelati più efficaci sono quelli non letali.

Al contrario, per la maggior parte dei casi l’utilizzo di deterrenti letali non ha praticamente avuto nessun effetto sulle perdite di capi; addirittura in due casi le perdite di capi sono aumentate nel periodo successivo rispetto all’abbattimento dei predatori.

Quindi d’ora in poi quando in ambiti istituzionali (o anche al bar) si parlerà di nuovo di proposte di abbattimento selettivo, bisognerà per forza tenere conto del fatto che quel modo di fare non è sostenuto da dati sperimentali e molto probabilmente non funzionerà.

In Italia la grande questione del momento è la gestione del lupo. Non serve nemmeno ribadire che ci sono numerosi esempi virtuosi di allevatori che hanno praticamente annullato le perdite, acquistando cani pastore o recinti elettrificati. Sono parole ormai sentite centinaia di volte, come la frase di apertura di questo articolo, ma con la differenza che queste ultime suonano un po’ più utopistiche, meno concrete.

Sarebbe più efficace investire in prevenzione e assistenza agli allevatori piuttosto che parlare di abbattimenti e non arrivare alla fine del mese con i risarcimenti dei capi predati.

Questa che fino a ieri era la rispettabile opinione di un naturalista qualsiasi, da oggi è anche una verità scientifica.

Fonte rivistanatura.com