WALL STREET JOURNAL: ”SISTEMA BANCARIO ITALIANO E’ TUTTO SULLA STESSA BARCA, ISTITUTI SANI E IN DISSESTO CADONO INSIEME”

NEW YORK – Un detto ormai abusato dice che se non si riesce a onorare un debito di 1.000 euro contratto con una banca si ha un problema, ma se il debito sale a un milione, il problema e’ della banca. In Italia, scrive il “Wall Street Journal”, tutte le banche hanno “un problema” e questo, spiega il quotidiano statunitense, non a causa del livello eccessivo di crediti deteriorati accumulato dal sistema bancario del Belpaese, quanto perche’ anche le banche italiane piu’ sane sono preda di un sistema che le obbliga a sobbarcarsi parte delle passivita’ di quelle in dissesto.

Questo sistema, che anziche’ tutelare gli elementi piu’ solidi del sistema li sacrifica sull’altare degli anelli piu’ deboli per assicurarne a tutti i costi la sopravvivenza, impensierisce – anzi, allarma – anche grandi banche come Intesa Sanpaolo e Mediobanca, che pure hanno una buona capitalizzazione e stanno lavorando efficacemente alla riduzione dei loro stock di debiti non performanti.

Le azioni delle banche italiane hanno agganciato un rialzo nella giornata di ieri, ma il problema di fondo non cambia, sottolinea il “Wall Street Journal”: quando una banca italiana affonda – come nel caso di Monte dei Paschi – trascina sott’acqua anche le altre.

Lo scorso novembre, il salvataggio di quattro banche italiane in difficolta’ non e’ passato attraverso le tasche dei contribuenti, ma e’ costato a Intesa Sanpaolo 380 milioni di euro, a UniCredit 280 milioni e a Banco Popolare 114 milioni.

Un altro problema sistemico e’ l’enorme livello di obbligazioni bancarie detenuto dai risparmiatori privati italiani, in molti casi sotto forma di obbligazioni subordinate o altri prodotti finanziari ad alto e addirittura altissimo rischio.

La diffusione di questi dati ha scatenato un putiferio, e spinto il governo a creare un nuovo fondo di compensazione da 100 milioni di euro, ancora una volta a carico delle banche piu’ sane, ma è un fondo dalle dimensioni ridicole, rispetto l’enormità delle obbligazioni bancarie ad alto e altissimo rischio finite nei portafogli dei risparmiatori italiani

Gli sforzi di risanamento ci sono stati, riconosce il Wall Street Journal, anche da parte di Mps, che pero’ sconta un cumulo di sofferenze pari a un terzo del totale dei prestiti concessi. Ed è un livello ingestibile.

Per Mps e per il sistema bancario italiano in generale, conclude il “Wall Street Journal”, urge una soluzione rapida che non trasformi il dissesto di alcuni istituti in una grave crisi sistemica.

Sul lungo termine, “la riforma e il consolidamento” rappresentano la via maestra. Nel breve, pero’, e’ necessario isolare e risolvere la crisi di istituti come Mps, che fanno da catalizzatore per le paure del mercato, senza che a pagarne il prezzo siano i contribuenti e le banche piu’ virtuose.

Purtroppo, nessuna soluzione è o sarà indolore, per i risparmiatori italiani, e questo però non viene loro detto, mentre i mercati lo hanno capito molto bene.

 

fonte ilnord.it